La grande muraglia ferma la Cina Egonu e compagne, esame di turco

Nations League, ad Ankara l’Italia domani affronterà in semifinale le padrone di casa guidate da Guidetti

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ITALIA

3

CINA

1

(25-22; 25-19; 24-26; 25-22)

ITALIA: Sylla 4, Danesi 8, Egonu 36, Bosetti 13, Chirichella 9, Orro 3, De Gennaro (L), Pietrini 6, Lubian 1, Malinov 1, ne Gennari, Bonifacio, Nwakalor e Fersino (L). All. Mazzanti

CINA: Diao, Wang Y.L. 10, Wang Y. 13, Gong 18, Li 15, Yuan 10, Wang W. (Libero), Jin, Wang W., Chen, Ding. ne Dao, Wong Yi, Ni (L). All. Bin Cai

Arbitri: Joo-Hee e Nurper

Note: spettatori 4.500. Durata set 25’, 21’, 30’, 23’ tot. 1h39’. Italia: ace 8, bs 9, m 7, e 11. Cina: ace 2, bs 6, m 13, e 8.

di Doriano Rabotti

E’ un incrocio di destini, quello che porta spesso l’Italia ad affrontare un bravissimo allenatore italiano come Giovanni Guidetti. Succederà anche domani, perché il modenese che ha fatto fortuna all’estero e ha trovato l’America (e la famiglia) in Turchia è il prossimo avversario nella semifinale di Nations League, domani alle 17.30. Nell’altra sfida alle 14 di fronte il Brasile e la Serbia del nostro Santarelli, che ha eliminato le campionesse olimpiche americane.

Tre allenatori su quattro sono italiani, il quarto è Zé Roberto che da noi ha vinto due scudetti a Pesaro ed è l’unico tecnico ad aver preso l’oro ai Giochi con maschi e femmine.

Gli allenatori sono sicuramente una chiave di lettura importante, e allora è il caso di dire ora, prima di giocare una semifinale nella quale le azzurre dovranno affrontare una squadra forte e un pubblico caldissimo, che c’è tanto di Mazzanti nella rinascita del nostro volley in rosa. Questo deve essere l’anno della consacrazione, per certi versi: fallite le Olimpiadi e rimediato subito con il titolo Europeo, il gruppo chiede conferme soprattutto a se stesso. Paola Egonu, che l’anno prossimo giocherà proprio in Turchia, è sempre il simbolo e il braccio pesante (anche ieri 36 punti e break decisivi anche al servizio, contro la Cina), ma tra recuperi dagli infortuni (la preziosissima Bosetti) e convivenze trasformate in ricchezza come quella tra le due alzatrici Orro e Malinov, l’impressione è che il ct abbia ampia possibilità di scelta, forse più di quanta ne abbia mai avuta.

Ieri intanto è stato abbattuto il tabù della Cina, che aveva battuto le azzurre nei gironi e anche l’anno scorso a Tokyo. "Noi siamo contentissimi per il risultato – ha detto Mazzanti alla fine –, ma va detto che abbiamo fatto fatica ad essere ordinati come al solito e questo non ci ha permesso di esprimere al massimo quello che avevamo preparato. Questa comunque era la partita più complessa, il quarto di finale ti manda a casa o ti consente di giocarti le medaglie".

Tutto vero, così come nulla è scontato ora che le partite valgono un posto sul podio di una manifestazione che ha preso il posto della vecchia World League, ma somiglia molto a un mondiale. Quello che si terrà a settembre tra Olanda e Polonia, e nel quale le azzurre andranno con ambizioni impossibili da nascondere.

Un passo alla volta.