Venerdì 19 Aprile 2024

La giovane Italia incanta, Zaniolo spaventa

Gran gol di Barella in Olanda: gli azzurri vincono dopo una gara di alto livello. Ma il romanista va ancora ko: si teme per il ginocchio

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di Paolo Franci

Una grande Italia e una grande vittoria. Preziosa per i destini in Nations League e anche per il ranking Fifa in vista del prossimo Mondiale. Bella, tosta, spettacolare, altra storia quest’Italia rispetto alla gara con la Bosnia.

Chissà e forse anche il colore azzurro intenso di Amsterdam può servire nell’illusione che una nuova normalità, senza più distanze termoscanner e mascherine, stia per arrivare. Perchè l’Italia che s’è mossa dominando la scena a lungo nello stadio di Amsterdam intitolato a un dio del pallone, Johan Cruijff, più che una squadra è sembrata un affresco in movimento. Quell’affresco che aveva stupito prima e incantato poi a suon di record, gol e qualificazione a Euro2020. Tutto questo, prima che il mondo si capovolgesse a causa del maledetto virus. Ecco, ieri sera abbiamo rivista la Nazionale ‘di prima’, quella straordinariamente bella, giovane e incisiva, divenuta rapidamente metafora di una ricostruzione possibile non solo nel pallone.

E a prescindere da risultato ed epilogo in zona gol, l’unica brutta, bruttissima notizia che arriva da questo secondo impegno di Nations League, è quella che riguarda Zaniolo e l’infortunio che l’ha levato di mezzo nel primo tempo. Grande paura e fiato sospeso in attesa del responso per capire cosa gli sia capitato al ginocchio sinistro. Poi però, andiamo più o meno agli estremi dal punto di vista anagrafico per goderci un Grande ritorno e una Grande intuizione di Mancini. Il primo, riguarda Chiellini, assente dal mondo azzurro dal lontano giugno del 2019, quando l’Italia battè la Bosnia a Torino, nella corsa ad Euro2020. C’era grande attesa per Chiello, in particolare dopo il pasticcio delle liste con la Bosnia che di fatto ne ha cancellato il ri-esordio azzurro. L’occasione, tosta. L’avversario diretto, un drago. Quel Depay iradiddio protagonista di una grande stagione. Ebbene, Re Giorgio ha giocato una gran partita, confortando Mancini e il clan azzurro. Anche perchè con lui al fianco Bonucci è un gigante e di sicuro la fase difensiva azzurra - con tutto il rispetto per Acerbi - s’impenna per solidità e qualità. Poi, Locatelli. No, dico, l’avete visto? Il ragazzo cresciuto alla De Zerbi School nel Sassuolo sin dai primi minuti ha fatto cose da stropicciarsi gli occhi, non perchè non ci fosse consapevolezza delle sue enormi qualità ma perchè, diamine ragazzo, metterla giù in quel modo, tra mille giocate, personalità e pure un sombrero ai baronetti del palleggio ex Ajax, beh, siamo a livelli altissimi. Mancini non solo lo ha lanciato da titolare, ma gli ha anche chiesto di giocare come nel Sassuolo, con Jorginho vicino e dunque con la mossa del doppio regista e il tris che si forma ogni volta che l’Olanda alza il pressing e il regista diventa Leo Bonucci. Poi, guardando a quel Jorginho lì, si capisce perchè il povero Sarri l’avrebbe voluto per disegnare la sua Juve. Tutto il resto, dall’immarcabile Spinazzola, alle giocate di Immobile, Insigne, Kean e Barella è stato uno spettacolo – il gol dell’interista, una poesia del pallone – con un solo difetto, il solito: non si segna per quanto si costruisce, neanche lontanamente.