La Formula 1 affascinata Una scoperta mondiale

L’anno scorso il Gp della Toscana-Ferrari 1000 ha convinto tutto il Circus. Un circuito che attira chi va veloce: due volte il Giro d’Italia è arrivato qui

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di Marco Galvani

Il Mugello "è uno stato naturale. E’ una delle piste più belle, più tecniche e più toste del mondo, in moto e anche in macchina", assicura Valentino. Soprattutto, e innanzitutto, in moto. Il Mugello è sempre stato il circuito del Motomondiale. Dal 1991 ci hanno sempre corso tra 500 e MotoGp. A parte il 2020, saltato causa Covid. Su quel nastro d’asfalto che abbraccia e ricama la collina ci ha trionfato Kenny Roberts, Max Biaggi, Loris Capirossi, Valentino Rossi. L’ultimo Danilo Petrucci, anno 2019, con la Ducati. La sua prima e unica vittoria in MotoGp.

Va bene che è di proprietà della Ferrari dal 1988, ma ci è voluta l’emergenza sanitaria dello scorso anno per vederlo comparire nel calendario del Mondiale di Formula Uno. Proprio in occasione dei mille Gran premi della scuderia di Maranello. Un battesimo ‘al buio’ (al di là dei test della Rossa) per un intero fine settimana di gara, che però ha messo in mostra le qualità di una pista capace di iniettare adrenalina anche ai piloti della F1. Nemmeno Rossi riesce a dimenticare, quando ha avuto l’occasione di girare lì al volante della Ferrari, "le sensazioni di passare alla Casanova Savelli e all’Arrabbiata 1 e 2: in quel punto si usciva in sesta piena a 278 km orari, cioè esattamente 100 chilometri all’ora in più che con la MotoGp. Tutto questo dentro a una specie di scatola, con il sedere per terra, senza riuscire a vedere niente".

Una goduria, hanno confessato i piloti. Tutti. Una pista vecchio stile. Che non perdona nemmeno il minimo errore. "Qui non c’è tempo per giocare", riconosce Lewis Hamilton. I saliscendi, le picchiate mozzafiato in discesa, le esse in sequenza che vanno ‘accompagnate’: così dovrebbero essere i circuiti. Come Spa-Francorchamps e Imola. E’ un circuito vero. "Dieci giri in F1 al Mugello valgono quanto mille ad Abu Dhabi", va dritto al sodo l’ex pilota Mark Webber.

Auto, moto... ma pure bici. Già in un paio di occasioni il Mugello ha ospitato arrivi di tappa del Giro d’Italia, il primo Gran premio di ciclismo e squadre professionistiche si allenano qui. E non soltanto per uno degli asfalti più performanti al mondo e una ‘carreggiata’ larga mediamente 12 metri. Al Mugello gli atleti possono spingere al massimo e l’altimetria del circuito permette di lavorare sull’aerodinamica e sulla tecnica in curva: le iconiche Casanova, Savelli e Arrabbiata, i saliscendi e le salite improvvise lo rendono affascinante e un banco di prova di inizio stagione.