Giovedì 25 Aprile 2024

Juventus-Milan, da Bonucci a Piatek: una notte esplosiva

La carica di Leo, grande ex, per il controsorpasso all’Inter. Il polacco cerca gol per placare l’ambiente: Pioli rompe con Kessie

Leonardo Bonucci (Ansa)

Leonardo Bonucci (Ansa)

Torino, 10 novembre 2019 - Uno Juventus-Milan così infuocato è difficile ricordarselo. Una sfida che ha da sempre rappresentato un match clou per l’assegnazione di trofei, oggi si tramuta nella saga delle vendette, delle rivalse e dei (possibili) rilanci. E manda in campo due formazioni capaci di amarsi e odiarsi come non mai. Non sono più gli anni dell’avvocato Gianni Agnelli e di Silvio Berlusconi ("Tornare al Milan? No, penso a portare il Monza in A", ha detto ieri) quelli della Belle Epoque per entrambe le squadre che combattevano ad armi pari e primeggiavano in Italia ed in Europa.

Juventus-Milan: probabili formazioni, orari e dove vederla in tv

Oggi la scena se la sono presa Andrea Agnelli da una parte e Ivan Gazidis dall’altra. Sul terreno di gioco, due squadre con bilanci, risultati e stati d’animo diametralmente opposti: premesse che rappresentano la miccia ideale per far scoppiare una bomba dalla potenzialità atomica. Perché da entrambe le parti, la gara di stasera avrà un sapore particolare. In casa Juventus, intanto, c’è la necessità di risorpassare l’Inter salita ieri a +2 dopo la vittoria sudatissima contro il Verona. Una motivazione già bella forte, a cui aggiungere la fame degli ex: da Bonucci a Higuain, freschi di divorzi piuttosto turbolenti ai colori rossoneri, fino a quel De Sciglio che da interessante prospetto del settore giovanile è stato etichettato come giocatore sacrificabile e ora spera in una pronta vendetta. "Bonucci per noi è indispensabile - ha ammesso Sarri - Gonzalo? Ha bisogno di forti motivazioni per rendere al meglio". E che dire di Cristiano Ronaldo: il portoghese ("ancora non so se giocherà", la pretattica di Sarri) ha segnato 29 reti nell’anno solare e cerca il suo 30esimo centro, visto che dal 2006 non è mai andato sotto quesa quota.

E poi ci sono gli ex mancati (Demiral quest’anno, Cuadrado la scorsa estate) e quelli che potrebbero divenirlo in futuro (Emre Can e Mandzukic potrebbero fare le valigie nel mercato di gennaio, magari andando a rinforzare proprio il Diavolo). Di certo in casa Milan non si dormono sonni tranquilli. L’ambiente, particolarmente surriscaldato, ieri ha preso nuovamente fuoco quando Pioli ha deciso di non convocare Kessie, reo di essere arrivato in ritardo ad una seduta di allenamento e di aver avuto poi uno scontro particolarmente acceso con lo stesso mister. "Mi fido dei miei giocatori" ha sentenziato Pioli. Ma a far rumore, di fatto, è che da Gattuso a lui, passando per Giampaolo, la storia si ripete: a maggio le scintille tra Ringhio e Bakayoko, poi il litigio tra l’ex allenatore della Sampd e Paquetà, ora tra Pioli e Kessie.

A Milanello da troppi anni regna il caos e manca la voglia di riscatto. Quella che Pioli spera avrà Piatek, atleta che dai 30 gol della passata stagione si ritrova con il misero bottino di tre marcature, di cui due su rigore ("Dobbiamo giocare molto nell’area avversaria per esaltare le caratteristiche di Kris"), ma che spera avrà anche il redarguito Leao ("Non è entrato con lo spirito giusto con la Lazio"). Nel dubbio ci si aggrappa alla vena creativa di Theo Hernandez e Paquetà, confermati nello scacchiere titolare dove rientra Suso. "Sarà una grande sfida, un’opportunità grande". Parola di Pioli. Parola di tutti, tra vendette, rivalsa e voglia di riemergere da un Inferno sempre più a tinte rossonere.