Giovedì 18 Aprile 2024

Juve rivoluzionata, Allegri subito sotto esame

L’anno scorso fece 2 punti nelle prime quattro gare: se non parte bene con una squadra tutta diversa... debutto alle 20.45 con il Sassuolo

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Due punti in quattro partite. Non è un film horror e nemmeno il battesimo di una matricola disperata. E’ il cammino della prima Juve dell’anno scorso. Quella a cavallo dell’addio di Ronaldo. Da lì in poi è cambiato tutto. Quasi tutto. E’ cambiata radicalmente la squadra con gli arrivi di Vlahovic, Zakaria, Di Maria, Bremer e Kostic (più Pogba) e con le partenze tra gli altri di Ramsey, Bentancur, Kulusevski, Morata più Ronaldo. Rivoluzionata la squadra, ora la conseguenza è semplice. Max Allegri deve assolutamente scongiurare un’altra falsa partenza perchè a quel punto l’unico comune denominatore di due inizi disastrosi sarebbe lui. E allora non sarebbe più l’ambiente contrario perchè è un ex Milan, non sarebbero più i mal di pancia ineliminabili dei giocatori dallo sgabello di Bonucci agli allenamenti insoddisfacenti di De Ligt, non sarebbero più le sterili polemiche tra risultatisti e giochisti. Sarebbe una inevitabile conclusione.

Alla quale dovrebbe arrivare a quel punto anche la società, l’ultima a voler prendere in considerazione i dubbi sul tecnico: con un contratto da 60 milioni lordi complessivi per 4 anni, l’allenatore che ad alto livello ha guidato solo la Juve è blindatissimo dal suo costo più che dai risultati e metterlo in discussione equivale a creare un buco di bilancio delle proporzioni di un top player. Inevitabile dunque che la Juventus faccia occhio da mercante con le critiche, finga di non vedere l’assenza di gioco e di risultati (primo anno senza titoli nella scorsa stagione e lo 0-4 con l’Atletico Madrid di sette giorni fa non è incoraggiante) e scommetta sul grande mantra del calcio che da un anno all’altro sa rivoltare anche le situazioni più impensabili. Non è il massimo per un club che ha fatto della continuità e della programmazione i suoi capisaldi societari, ma i tempi sono questi e bisogna passare la burrasca.

In questo senso la partita con il Sassuolo è la prima cartina di tornasole capace di dare ragione ai critici o alla società, e di certo un risultato non soddisfacente al debutto in casa, allo Stadium, contro il Sassuolo non certo rafforzato dal mercato metterebbe una parola importante sul momento bianconero. Tanto più che lo scenario internazionale è in evoluzione. Zinedine Zidane disegna il suo profilo ben noto sullo sfondo di questa penombra bianconera. Il tecnico francese però è sempre in corsa per la panchina dei Blues dopo i mondiali e, statene certi, finirà nel mirino dello United scottato dal un inizio di stagione shock di Ten Hag, presunto mago dell’Ajax per aver eliminato Real e Juve nella stagione Campions pre-Covid e poi venduto a prezzi siderali i suoi giocatori, anche quelli non straordinari. Zidane ha la tripla A delle banche: è un vincente, è un ex Juve, è un tecnico rodato a livello internazionale. Tra tanti cambiamenti, la Juve ne ha trascurati solo due: il regista mai tesserato nel dopo-Pirlo e l’allenatore. Ah, il regista potrebbe essere Paredes...