Martedì 16 Aprile 2024

Juve, non è una debacle: Vlahovic-Milik si può

Champions, vince il Psg con doppio Mbappé ma la Signora sa pungere contro le stelle. McKennie-gol in una ripresa equilibrata

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Adrien Rabiot contrasta Neymar: la Juve dopo un avvio choc ha saputo reagire.

psg

2

JUVENTUS

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Primo tempo: 2-0

PSG (3-4-1-2): Donnarumma; Sergio Ramos, Marquinhos, Kimpembe; Hakimi (st 33’ Mukiele), Vitinha (st 33’ Danilo Pereira), Verratti (st 42’ R.Sanches), Nuno Mendes; Messi (st 39’ Soler); Mbappé, Neymar. All. Galtier

JUVENTUS (3-5-2): Perin; Bremer, Bonucci, Danilo; Cuadrado (st 29’ De Sciglio), Rabiot (st 42’ Kean), Paredes, Miretti, Kostic; Vlahovic, Milik (st 23’ Locatelli). All. Allegri.

Arbitro: Taylor (Inghilterra)

Reti: pt 5’ e 22’ Mbappé, st 8’ McKennie

Note: ammoniti Bremer, Sergio Ramos, Miretti, Verratti, Danilo

di Paolo Grilli

’Estrosa’ è la puledra di Allegri ieri vincitrice all’Ippodromo delle Capannelle. La Juve non lo è stata, non poteva esserlo contro questo Psg, troppo talentuoso e illuminante, figlio e orgoglio della Ville Lumière. Con i tre tenori a cantartele e suonartele, ma anche molto altro. E’ arrivata una sconfitta, ma almeno non una dura lezione.

Max ha puntato su un 3-5-2 tanto equilibrato quanto coperto. Milik con Vlahovic? Yes, we can. Ma il lampo precoce di Mbappé ha ricacciato presto nel cassetto i sogni del debutto dei bianconeri. Neymar, nell’occasione, ha mostrato i segni particolari del genio scodellando per il compagno: fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione, per dirla alla Perozzi di Amici Miei. Il pallonetto a scavalcare Bremer ha mandato in crash i piani difensivi dei bianconeri, e lo stesso è accaduto dopo 17 minuti dopo quando sono stati Verratti e Hakimi e confezionare, stavolta, l’aggiramento e l’assist per la saetta francese.

Juve consapevole ma anche un po’ statica. Milik ci ha provato, e se non fosse stato per un super Donnarumma al 19’ si sarebbe parlato presto di altro.

Il Paris ha rallentato tutte le operazioni una volta raccolto il doppio vantaggio. Messi ha trotterellato in assenza di urgenze, Vitinha ha diretto le operazioni e chissà quanti hanno pensato che è proprio quel tipo di metronomo che manca alla Juve.

Paredes non lo è ancora pienamente, chiamato a inventare in una mediana ancora in costruzione che ieri non si è giovata nemmeno delle invenzioni di Miretti.

Forse tutto previsto a Parigi, ma senza i temuti contorni della debacle. La Signora, inseguendo le stelle del Psg senza riuscire ad afferrarle, ha sperimentato sul campo cosa significhi far fruttare al massimo la classe. La risposta? Il 4-4-2 della ripresa con McKennie sull’esterno, che ha avuto il merito di alzare il baricentro e lo spirito della squadra. Il 2-1 firmato dal texano ha regalato un’illusione di rimonta – un vero lusso al Parco dei Principi – e la consapevolezza che certi miti non sono irraggiungibili. Con praticità e scaltrezza i sogni si conservano.

Con Pogba, Di Maria e Chiesa avremmo visto qualcosa di differente, ma questo passa ora il convento in una stagione anomala iniziata tra gli infortuni e la zavorra mentale del Mondiale.

La vera Champions della Juve inizia mercoledì prossimo allo Stadium conto il Benfica, aveva purtroppo ragione Max. Lì non ci saranno stelle che si fanno venerare, ma avversari da battere per quella caccia ai dieci punti che – sostiene Allegri – varrebbero il pass per gli ottavi.