Giovedì 18 Aprile 2024

Juve nella morsa, sarà un gennaio di fuoco

Il 20 l’udienza per la riapertura del processo sulle plusvalenze, la Signora chiamata a difendersi su tre fronti ora rischia grosso

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di Paolo Franci

E adesso che succede? Cosa rischia la Juventus con la richiesta della procura federale di riaprire il processo plusvalenze? Richiesta per la quale le toghe della Corte Federale d’Appello hanno già fissato la data, con evidente celerità per il prossimo 20 gennaio alle 12 e 30 . Sarà bene procedere con ordine e in ogni caso è difficile che i pm del pallone chiedano pene così discostanti da quelle avanzate nel primo processo, chiuso con l’assoluzione piena di tutti i deferiti, Juve compresa.

In quell’occasione la Procura aveva fatto richiesta di punire i club coinvolti con maxi multe, senza chiedere penalizzazioni in classifica, nonostante fossero previste dal tariffario del codice sportvi, e di comminare lunghe inibizioni ai dirigenti coinvolti. Per l’ormai ex presidente bianconero Andrea Agnelli, i pm del pallone chiesero un anno di inibizione (e 800mila euro di multa alla Juve) e 16 mesi per l’ex ds, Fabio Paratici. Entrambi però, assieme agli altri deferiti, avevano ottenuto il proscioglimento in primo grado e il respingimento del ricorso in appello. Lo scenario è però cambiato con l’avviso di garanzia ad Agnelli e altri dirigenti bianconeri. Il capo della Procura Federale Giuseppe Chinè ha chiesto alla Procura di Torino l’acquisizione dei nuovi atti dell’inchiesta e, dopo averli valutati, ha rinvenuto elemento per la richiesta di riapertura del processo.

Sì, ma cosa rischia la Juve? Difficile che le richieste di pena possano discostarsi da quelle del primo processo. Cioè, forti multe ed eventuale richiesta di penalizzazione (o peggio: si arriva fino alla retrocessione) solo nel caso in cui vi fossero cose talmente gravi da cambiare totalmente lo scenario. E adesso, il 20 gennaio le toghe di via Allegri dovranno prima valutare se effettivamente vi siano elementi per la riapertura del procedimento. Eventualità che pare scontata alla luce delle nuove carte torinesi. La squadra legale della Juve confida sul solito punto forte e cioè aldilà di telefonate e modi disinvolti, nessuno può sancire ufficialmente il valore di un calciatore in un affare tra club. E da qui si parte. Sullo sfondo, c’è poi quella che potrebbe inquadrarsi come l’inchiesta ’Plusvalenze 2’ e cioè su quei casi individuati dalla procura torinese nei quali Juventus e alcuni club ’nuovi’ – fuori dalla prima inchiesta – avrebbero fatto affari con la Juve oggetto di indagine nell’ambito di, si legge nelle carte "partnership con società terze e opacità di rapporti". I club sarebbero diversi e nella lista delle operazioni attenzionate c’è ad esempio lo scambio tra Juve e Roma con Spinazzola e Luca Pellegrini, oppure quello col Milan Caldara-Bonucci, sebbene qui aleggi ancora una volta il solito principio: chi stabilisce l’equa valutazione dello scambio?

Nel frattempo la Juve è, stretta in una morsa. Già alle prese con l’inchiesta sui bilanci della Procura torinese e con l’indagine Uefa sul fair play finanziario, rischia ora di dover affrontare tre procedimenti sportivi: la vicenda contratti, il processo plusvalenze ’riaperto’ e quello che potrebbe aprirsi partendo dal nuovo fascicolo su nuovi fatti rilevanti – le plusvalenze con altri club – emersi dai nuovi atti acquisiti dai pm di Torino.