Giovedì 25 Aprile 2024

Juve, l’ottavo morso fa paura al campionato

Chiesa inventa, Danilo trasforma: l’ennesima vittoria consecutiva in extremis senza subire gol porta Allegri a quattro punti dalla vetta

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di Doriano Rabotti

La lezione più importante lasciata da Vialli, quella di non mollare mai, è stata capita. Non sembra un caso che l’abbia tradotta in pratica uno che in azzurro ha potuto ascoltare Gianluca, come il giovane Chiesa, figlio di un altro ex sampdoriano: l’assist per il gol vincente di Danilo è un lampo di classe nel buio di un gioco senza sbocchi. "Il gol e la vittoria sono per Gianluca", ha detto alla fine Chiesa.

Solo una fiducia incrollabile poteva portare una squadra dal gioco così...essenziale a firmare otto successi di fila senza prendere gol. Per certi versi è giusto così, per una volta il risultato vale più del modo: chiudere la prima notte di lutto con la consolazione di un meno quattro dalla vetta è un balsamo sulle ferite sportive.

E’ anche un segnale preciso, a saperlo leggere bene: lo stile è perfettamente juventino, pienamente in linea con la concretezza senza fronzoli di Allegri, comunque utile ad avvicinarsi alle sfide che conteranno davvero in condizioni di potersela giocare almeno in classifica. E in fondo ad Allegri ed ai suoi questo si può e si deve chiedere, soprattutto mentre intorno infuriano tempeste giuridiche ed emotive: essere saldi, bellini non interessa.

Certo c’erano tanti modi per scendere in campo il giorno dopo l’addio a un capitano storico. Una scelta poteva essere quella di indossare una maglia da Juventus, e non quella specie di pigiama colorato che al massimo sarebbe andato bene se si fosse giocato a Udine invece che allo Stadium. Dove tra striscioni e il commovente messaggio letto da Gianluca Pessotto prima dell’inizio, sicuramente il contorno è stato all’altezza, nel momento del ricordo del campione.

Ma il problema non è certo il vestito, perché a questa Juve puoi dare qualsiasi maglietta dei vari cicli vincenti, non cambierebbe la sostanza: rimarrebbe quella più povera di gioco, tra le pretendenti allo scudetto. Non è bastato inserire il campione del mondo Di Maria, per vedere lievitare la qualità: della classe del Fideo non s’era vista traccia, quando è uscito nel secondo tempo per un risentimento al polpaccio. Per fortuna di Allegri ci ha pensato Chiesa, a risolvere la serata.

Perché contro una squadra possente sul piano fisico come è l’Udinese, alla fine ne era uscito uno spettacolo che per sembrare piacevole a chi guarda avrebbe dovuto essere completamente diverso. Non che la Juve delle sette vittorie precedenti avesse rubato gli occhi, per carità. Non lo ha fatto nemmeno quella dell’ottava, che mette sul piatto un’altra caratteristica molto facile da capire: tutti e 24 i punti del filotto che ha cambiato una stagione così complicata sono arrivati con gol nell’ultima mezz’ora. E allora sarà forse il caso di cominciare ad ammettere una cosa: nessuna squadra come questa si sta rivelando capace di esprimere al meglio il ’risultatismo’ di Max. Alla distanza può darsi che non basti, ma per come si era messa fino a un mese prima del mondiale, essere lì e poterci provare è già un mezzo capolavoro.