Juve, l’inchiesta si allarga: affondo di Elkann

Altri club nel secondo fascicolo che ora riunisce plusvalenze e stipendi. Il n.1 di Exor: "L’ingiustizia della penalizzazione è evidente"

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di Paolo Grilli

Per il nonno, Gianni Agnelli, la Juve era "l’amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione". John Elkann, ad di Exor, si trova ora a vivere più il nero della crisi che il bianco della gloria, sul filo di una passione di famiglia che poi accomuna milioni di italiani – sarebbero più di otto i devoti alla Signora solo entro i nostri confini, ma valli a contare tutti – e il suo è un tackle robusto dopo lo sconquasso della penalizzazione.

"L’ingiustizia di questa sentenza è evidente – ha detto in un’intervista ai giornali di proprietà il nipote dell’Avvocato, dalla cui morte sono passati, ieri, vent’anni –. In molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio.

Spero che insieme alle altre squadre e al governo – ha aggiunto Elkann – possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante".

Dal capo di Exor in giù, è evidente che in casa Juve la difesa a oltranza del proprio operato sia l’unica via battuta e percorribile, come del resto già palese dalle dichiarazioni del neo presidente Gianluca Ferrero. Ma è pure chiaro che la strada sia tutta in salita. Entro una settimana – la data più probabile è il 30 gennaio – arriverranno le motivazioni della maxi sanzione che ha momentaneamente spedito i bianconeri fuori dall’Europa, e ci sarà poi un mese di tempo per presentare ricorso al Collegio di Garanzia del Coni. Che potrà, solo in caso di precedenti errori procedurali, annullare la penalizzazione e rimandare le parti davanti alla Corte Federale d’Appello.

Ma intanto, entro fine mese, dovrebbe già esserci la chiusura delle indagini del filone riguardante gli stipendi degli juventini saltati col Covid ma poi, secondo l’accusa, pagati successivamente con irregolarità contabili: un altro possibile terremoto, che rischia poi di avere uno strascico anche su altri club. Sotto la lente della Procura federale, grazie al materiale reso disponibile dall’inchiesta Prisma della Procura di Torino, ci sarebbero anche le condotte di Atalanta, Samp, Sassuolo, Empoli e Udinese. Stiamo parlando delle ulteriori plusvalenze messe in piedi dalla Signora con altre società, e gli inquirenti stanno facendo luce proprio sui rapporti che legano la Juve a queste squadre. L’inchiesta si allarga, quindi, facendo pensare a qualcosa di più sistemico e non solo confinato alla gestione degli affari della Continassa: il procuratore Chiné avrebbe fatto confluire anche tutto il ’nuovo’ materiale delle plusvalenze in un unico fascicolo e potrebbe chiedere altri 40 giorni per vagliarlo.

Perché poi, a livello di giustizia ordinaria, la Procura di Napoli si è presa altri sei mesi per studiare le carte del passaggio di Osimhen dal Lilla agli azzurri nel 2021. Il capocannoniere dell’attuale serie A arrivò per 51 milioni e in Francia giunsero per 21,3 Karnezis e i giovani Manzi, Palmieri e Liguori: ma solo il primo giocò poi per la squadra dell’Alta Francia, e una sola volta.

Tempi lunghi, indagini complicate e le due giustizie che devono procedere parallele e indipendenti pur condividendo parecchio materiale. Difficile per la Juve tenere la barra dritta con una classifica dolorosamente nuova ma con quell’asterisco che concede una speranza di rivalsa.

Allegri punta ora al settimo posto, l’ultimo appiglio per l’Europa: sono cinque i punti da recuperare. Ai tornei continentali si può arrivare anche vincendo Coppa Italia o Europa League, ma si tratta di strettoie che si affolleranno parecchio. Poi bisognerà fare i conti anche con eventuali decisioni della Uefa in merito alla partecipazione dei bianconeri. A quanto risulta, la federazione europea è in contatto col club e le conseguenze delle inchieste potrebbero addolcirsi se la Signora rinunciasse del tutto alla Superlega. Un feticcio ormai della vecchia Juve, non quella rinnovata per cause di forza maggiore da Allegri. E che per ragioni di cassa potrebbe perdere in estate Rabiot, McKennie, Di Maria e pure Vlahovic.