Mercoledì 24 Aprile 2024

Juve, i giorni più duri: la fiducia di Elkann

Domani il Collegio di Garanzia dopo il ricorso contro il -15, l’Ad di Exor: "Neghiamo ogni illecito". E giovedì sono brividi in Europa League

Juve, i giorni più duri: la fiducia di Elkann

Juve, i giorni più duri: la fiducia di Elkann

di Paolo Franci

"La Juventus nega ogni illecito". Il pensiero messo nero su bianco da John Elkann, Ad di Exor – controllante della Juve – nella lettera agli azionisti è un rombo di tuono che scuote le segrete stanze del Collegio di Garanzia presso il Coni, a poche ore dall’appuntamento decisivo, fissato per le 14 e 30 di domani. Sì, decisivo, perchè si tratta dell’ultimo grado di giudizio sulla sentenza sportiva del caso plusvalenze, che ha portato al -15 in classifica. Alla ’sbarra’ ci sarà la Juve, ma anche i dirigenti inibiti, da Agnelli, a Paratici, Nedved e Arrivabene. E quella frase di Elkann ha tutta l’aria di un grido di battaglia. Legale naturalmente.

Attenzione però: non si tratta di un vero e proprio terzo grado di giudizio, perchè le toghe del Collegio di Garanzia ’presso’ (non sono giudici ’del’ Coni, sono indipendenti e, semplicemente, ’abitano’ a Palazzo H ndr) non hanno il potere di mitigare o inasprire una pena. Non possono, cioè, entrare nel merito della sentenza, ma soltanto – e non è poco, sia chiaro – decidere che tutto sia aderente alla giurisprudenza corrente con una sentenza legittima.

Da qui, le interpretazioni possibili sono abbastanza scontate. E sono tre. La prima è quella che più di tutti si augura il popolo juventino e cioè che il Collegio trovi tra le righe della sentenza un vizio di forma o procedurale nell’iter giudicante tale da annullarne gli effetti. E cioè la penalizzazione restituendo i punti alla Juve.

La seconda è quella più temuta e cioè che i giudici valutino il provvedimento delle toghe federali inappuntabile e perfettamente aderente all’architettura giuridico-sportivo, confermando la penalizzazione di 15 punti in classifica.

La terza ipotesi è una sorta di purgatorio e anche questa non sarebbe certo gradita dalla task force legale juventina. E cioè che il Collegio ritenga di rispedire alla Corte d’Appello Federale il provvedimento sanzionatorio invitandola a riesaminarlo in virtù di eventuali vizi procedurali da correggere. Se l’epilogo fosse questo, si andrebbe verso una riformulazione – ovviamente con nuove motivazioni da scrivere e trasmettere al Collegio – senza escludere la possibilità che possa arrivare una sanzione differente rispetto al -15. Se dovesse andare in scena quest’ultima ipotesi, alla Juve sarebbero restituiti i punti in classifica per il tempo che intercorre tra la decisione del Collegio e l’esame della ’sentenza bis’.

Nel frattempo, i legali della Juve affilano i coltelli e fanno circolare la convinzione secondo la quale il vizio di forma ci sarebbe eccome, motivo per il quale, secondo loro, la sentenza dovrebbe essere annullata. Il cardine di questa convinzione – evaporata l’illusione della prescrizione con la vicenda della ’Carta Covisoc’ – poggia sul fatto che la Juve sia stata erroneamente giudicata per violazione dell’articolo 4, e cioè per ’slealtà sportiva’. Gli avvocati bianconeri sono invece convinti che se la contestaziione è per illecito amministrativo, punibile con ammenda, perchè sanzionare la slealtà sportiva? Solo per avere un appiglio e togliere punti in classifica? Dubbio legittimo, ma è anche vero che per la Corte d’Appello federale della Figc, i nuovi atti nel processo plusvalenze che hanno portato alla riapertura del procedimento, "provano intenzionalità", un illecito "grave, ripetuto e prolungato" che ha "alterato il risultato sportivo". Motivo per il quale è stato applicato l’articolo 4 del codice sportivo, la slealtà sportiva, appunto. Il duello legale si preannuncia rovente, logico, mentre sullo sfondo prende forma il secondo filone di inchiesta, quello sulla manovra stipendi. Questa però, almeno per ora, è un’altra storia, pur legata a doppio filo a quella delle plusvalenze.