Martedì 23 Aprile 2024

Juve formato Premier, Dybala non è priorità

I bianconeri rifaranno il centrocampo con Jorginho e forse Pogba. Paulo verso la Spagna. Oggi la Samp a Genova verso il Villarreal

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Sampdoria oggi, Salernitana domenica prossima: in mezzo c’è il Villarreal. La Juventus ha in mano il suo futuro. Con sei punti e qualche risultato favorevole delle rivali e soprattutto con una vittoria sugli spagnoli la stagione bianconera diventerebbe da grigina a rosso fiammante. Il tutto in otto giorni e con partite che, per una squadra di questo livello, non possono fare paura. La Juve ha ripreso coraggio, la società pure. La settimana ha dischiuso anche importanti scenari futuri, che vanno nella direzione indicata dal club: ringiovanire, aumentare la percentuale di italiani in rosa, liberarsi dei contratti pesanti firmati da Paratici. La crisi del Psg innanzi tutto ha riaperto la strada, tutta in salita, che porta a Donnarumma: Raiola da tempo flirta con la Signora, minacciandola per De Ligt e blandendola per Gigio e per Pogba. Il minutaggio a Parigi scontenta e non poco l’entourage del portiere azzurro che, utilizzato a slot, perde continuità, lucidità e autostima. Il suo valore è in calo verticale, quello che era un giocatore potenzialmente da Pallone d’Oro oggi è un portiere da ritrovare. Normale. Serve una squadra che creda in lui, la Juve lo fa da sempre. Alle sue spalle ci sarebbe Carnesecchi, ora alla Cremonese ma scuola Atalanta, che non gli farebbe ombra. Gigio sarebbe intoccabile e Mancini vedrebbe di buon occhio un suo ritorno in patria, dove il lavoro tra tecnico e club è più facile per tenere sotto controllo tutti gli aspetti di un giocatore. Non è l’obiettivo prioritario della Juventus, che si fida di Szczesny e gli è riconoscente per la professionalità e la serietà: ma l’occasione non lascia indifferente il club bianconero che, forte del colpo Vlahovic, ha preso coraggio anche sul mercato internazionale. Stante che la difesava ritoccata, il reparto da ribaltare è il centrocampo. Il solito Raiola ha in mano Paul Pogba, in scadenza al Manchester United, richiesto anche da Psg e Real. Se si mettono sul tavolo le cifre, la Juve ha perso già ora. Ma Pogba ha un ricordo emotivamente forte della sua infanzia italiana, si fida il giusto della capacità della dirigenza francese di allestire un club ambizioso e infine dipende da Raiola quanto Donnarumma. L’altro pensiero stupendo della Juve è Jorginho: il Chelsea è in difficoltà, i giocatori stanno guardandosi attorno per non farsi irretire in una situazione complicata, il contratto dell’azzurro campione d’Europa scade nel 2023. A giugno 2022 è un giocatore che il Chelsea avrà interesse a cedere e non ad un prezzo pari al valore. La Juve ci sta già lavorando, proponendo un progetto convincente: non più pochi campionissimi e tanti giocatori a parametro zero, ma tanti giocatori di livello alto. In questo contesto la Juve lascia la palla a Dybala: la proposta è un contratto di sette milioni come Vlahovic, più premi a salire. La società non si fida delle condizioni fisiche di Paolo, gli chiede di partecipare al rischio: la Spagna lo attrae, la Premier meno. Il Barcellona cambierà molto e Paulo è l’erede naturale di Messi nell’orizzonte tinto di albiceleste dei catalani. In mezzo a tutto questo c’è una partita fondamentale, una gara che la Juve deve solo vincere ma per la quale non può spendere tutto in vista del Villarreal. La Samp ha bisogno di punti, Quagliarella e Caputo sono attaccanti che la Signora teme, c’è Giovinco dietro l’angolo: dopo la lunga rincorsa, arriva il momento in cui se si sbaglia si gettano mesi al vento. Questo è uno di quelli. Allegri, efficacissimo in conferenza stampa, meno a motivare i giocatori, sa che tra Samp e Salernitana a fari spenti ci si gioca l’impossibile. E a forza di dire che è impossibile, finisce che nemmeno Allegri davvero ci crede.