Martedì 23 Aprile 2024

Juve, altri guai: ancora per le plusvalenze

La procura della Figc chiede di riaprire il processo che aveva portato all’assoluzione per la Signora. Nuovo rischio di penalizzazione

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di Paolo Franci

"Tutte le decisioni adottate dagli organi di giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, possono essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte federale di appello,entro trenta giorni dalla scoperta del fatto o dal rinvenimento di documenti". Così recita l’articolo 63 del codice di giustizia sportiva. Ed è proprio in virtù di quest’ultimo che ieri la procura federale guidata da Giuseppe Chiné ha chiesto la revocazione parziale della sentenza con cui la Corte Federale di Appello aveva assolto lo scorso maggio la Juventus e altri 10 club nel processo sportivo sulle plusvalenze.

E il famoso "Ne bis in idem", il sacro principio secondo il quale non si può essere giudicati due volte per la medesima colpa dove è andato a finire? Calma. Il Ne bis in idem resta sacro principio, ma può essere scavalcato nel caso in cui, dopo la sentenza definitiva emergano fatti nuovi ritenuti rilevanti per la riapertura del procedimento. Nel caso di specie, è il comma1d a fare da puntello per la richiesta degli 007 federali. Recita che si può chiedere una revisione del processo: "se è stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento, oppure sono sopravvenuti, dopo che la decisione è divenuta inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia".

Ecco, ci siamo. I "fatti nuovi" sono arrivati alla luce della lettura delle nuove carte dell’inchiesta Prisma della giustizia ordinaria, dei corposi faldoni di intercettazione e dalle richieste di rinvio a giudizio per alcuni dirigenti bianconeri. E da qui la procura federale è partita con la richiesta di riaprire il caso. Sì, ma perché la riapertura del procedimento anche per altri nove club oltre la Juve e cioè Napoli, Samp, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara? Otto di queste per le operazioni di mercato con la Juve mentre non sarebbe oggetto di nuovo procedimento il Napoli, considerando che finì nell’inchiesta per l’affare Osimhen che non coinvolgeva la Juve ed essendo stata richiesta la riapertura del procedimento sui fatti nuovi che riguardano il club bianconero, il Napoli dovrebbe uscire rapidamente di scena. Tornano nel mirino della giustizia sportiva anche i 52 tesserati già giudicati in maggio. Le toghe Figc hanno trenta giorni per fissare un’udienza che servirà alla formulazione delle richieste di pena della procura federale non soltanto nei confronti della Juventus, ma anche per quei club che con la Juve avrebbero organizzato presunte plusvalenze fittizie e già a processo lo scorso maggio.

Il primo procedimento sportivo sul caso plusvalenze si era concluso in primo grado lo scorso aprile con il proscioglimento per i dirigenti e le società coinvolte, tra cui cinque club di A - Juve, Napoli, Genoa, Sampdoria, Empoli - e a metà maggio la Corte d’appello federale aveva respinto il ricorso della Procura federale. Sullo sfondo, lo stesso punto critico che aveva portato alla maxi assoluzione nel primo processo: chi può determinare il valore esatto di un calciatore non esistendo alcun tariffario di riferimento? Il club in una nota si dice pronto a dimostrare l’assenza di nuovi elementi. Nel frattempo la Procura di muove anche sulla cosiddetta "manovra stipendi" della Juve, sebbene non dovrebbero arrivare novità prima della fine di gennaio.