Sabato 20 Aprile 2024

Joya inutile, Criscito tiene a galla il Genoa

La Juventus si illude con Dybala, ma crolla nel finale: pari di Gudmundsson, a tempo scaduto il capitano non sbaglia dal dischetto

di Paolo Grilli

Un mezzo abisso misurava la differenza di ambizioni ieri a Marassi, col Genoa appeso alle residue speranze di rimanere in A e la Juve focalizzata quasi solo sula finale di Coppa Italia di mercoledì, e quindi intenzionata solo ad accordare gli strumenti senza strafare. Ma è stata gara piuttosto vera, coi bianconeri che al più potevano agganciare o superare per una notte il Napoli al terzo posto e il Grifone che si concede gagliardamente nuove chance di restare in A con tre punti pesantissimi, insperati, romanzeschi strappati nel finale. E capitano Criscito che si prende una rivincita grande così, segnando il rigore allo scadere dopo quello fallito contro la Samp. Non può bastare Dybala ai bianconeri, letale dopo un primo tempo di anonimato. Il marchio del campione, che però non rinnoverà: e il tasso di rimpianti cresce nell’animo dei tifosi bianconeri, chissà se anche in quello della società. Non bastasse il gol a inizio ripresa, anche un palo clamoroso della Joya, l’unico davvero in grado di decidere in una gara così bloccata facendosi beffe di tattiche, schemi e filosofie di calcio.

Allegri esce sconfitto da Marassi – la Juve aveva vinto le ultime 5 di campionato contro il Genoa – e l’unica soddisfazione sta nell’essersi goduto nuovamente Miretti, più preciso in mediana di un Arthur apparso ancora col fiato corto e le idee scialbe nell’impostazione. In avanti i bianconeri hanno stentato nonostante il tridente Dybala-Vlahovic-Kean. Se anche la gara del Ferraris non legittimava troppi dubbi sulla qualità della Signora, certo la difficoltà ad incidere contro una squadra di livello inferiore non può non instillare un po’ di preoccupazione in vista della sfida a Inzaghi che può valere la stagione. Il ribaltone del Genoa non è giunto a caso: ha punito chi fa del corto muso una filosofia, senza pensare che la sicurezza, nel calcio, può fare rima facilmente con generosità.

Il solo Kean, pur tra mille imprecisioni, si è affacciato con intenti pericolosi nel primo tempo dalle parti di Sirigu prima della perla di Paulo. Non Vlahovic, molto impegnato a imbeccare i compagni ma mai messo nelle condizioni di sprigionare la sua raffinata potenza.

Difficile credere che le cose cambino di parecchio mercoledì, contro i nerazzurri, all’Olimpico. Si dirà che questa sconfitta non peserà per i bianconeri. Ma certe cose non vanno giù. Il Genoa ci ha messo l’anima, come era lecito aspettarsi. La Juve no, e non è così sicuro che in Coppa Italia il cuore possa pulsare molto più forte.