Giovedì 25 Aprile 2024

Joya finita: ora Marotta può tentare il colpo

La Juve non rinnova il grande talento che Inter, Barça e Atletico possono prendere gratis a giugno. Tutti i rischi del mancato accordo

di Paolo Grilli

Era la giornata internazionale della felicità, domenica. Ma Paulo Dybala, nonostante il gol e una partita alla vecchia maniera – dispensando classe da vero tuttocampista, per dirla alla Allegri – allo Stadium non ha concesso un solo sorriso. Difficile credere che il talento più limpido visto in bianconero negli ultimi sette anni, e CR7 non se ne abbia a male, non avesse intuito dove sarebbe rotolata la palla scottante del suo rinnovo. Ovvero nel più amaro dei nulla di fatto.

Adios Paulo, a fine stagione. Si chiude in fondo nella maniera più prevedibile la dorata avventura della Joya con la Juve. Un amore che ha toccato vette altissime, ma che ha vissuto pure di lunghi silenzi: l’anticamera dei malintesi più dolorosi. Più di tutto, hanno pesato forse le enormi aspettative che un giocatore tanto dotato ha dovuto mettersi sulle spalle fin dal suo arrivo. Quando l’etichetta è quella del predestinato, e il 10 che indossi è stato di Sivori, Platini, Baggio, Del Piero e Tevez, non ci si attende meno che l’eccellenza assoluta dai tuoi piedi.

Se l’accordo è saltato, si dirà, la responsabilità non può essere di una sola parte – la richiesta del giocatore era superiore agli attuali 7,3 milioni netti a stagione, la Juve gliene avrebbe invece proposti sei più bonus – ma la fumata nera di ieri ha l’odore acre del rimpianto. La dirigenza della Signora non ha ritenuto, come ha confermato l’ad Arrivabene, che l’argentino potesse rappresentare il vero pilastro di una squadra in profonda ricostruzione. Anche la classe non può eccedere un certo valore, si sarà pensato, specialmente quando sono gli infortuni a frenarne i benefici.

Nelle ultime due stagioni, le più tormentate quanto ad acciacchi, Dybala ha saltato 36 partite. Erano state 21 nelle cinque precedenti. Poter contare solo a singhiozzo sulle invenzioni di Paulo ha ridotto gli orizzonti che il club immaginava con il giocatore. Ma la prima a dover subire gli effetti del mancato rinnovo è proprio la Signora: chiunque arriverà al posto dell’argentino (Zaniolo in pole) non chiederà verosimilmente cifre molto inferiori a quelle su cui voleva ragionare il procuratore Jorge Antun. E soprattutto, nelle casse della Continassa non arriverà un euro dalla cessione del cartellino. Ancora oggi, Paulo viene valutato almeno 40 milioni. La Juve, attivissima da anni sul mercato dei parametro zero, finisce per perdere da svincolato proprio l’asso su cui aveva puntato quasi tutto. E che ora rischia di rinforzare le avversarie. L’Inter, in primis: non è segreto che Marotta, fin dal suo arrivo a Milano, abbia considerato il fantasista di Laguna Larga un obiettivo imprescindibile. Proprio ora si creano le condizioni per tentare l’assalto. E’ anche il Barcellona riplasmato da Xavi a mettere gli occhi su Dybala, imitato dall’Atletico Madrid di Simeone.

Il super tridente con Vlahovic e Morata resterà agli annali solo come una magnifica bozza buona solo per dare l’assalto a un posto Champions e a una Coppa Italia, e subito svaporata all’arrivo dell’estate.

Nel cassetto dei sogni dei tifosi rimarranno chiuse tutte le affinità elettive che l’argentino stava coltivando. In tanti si chiedono come sarebbe andata contro il Villarreal con il vero Paulo, non quello ancora in fase di recupero messo dentro nel finale di una partita già maledetta. Perché poi, alla squadra è mancato proprio questo in un match dagli schemi di piombo che ha irretito pure Vlahovic: la fiammata improvvisa, il guizzo imprevedibile che solo il talento può garantire. Negli ultimi tempi, la Joya li sapeva garantire solo con una certa parsimonia dettata dagli infortuni: ma con 8 gol, (escludendo Dusan dal confronto viste le reti precedenti con la Fiorentina), appaia Morata tra i bianconeri che hanno segnato di più in campionato. Certi amori finiscono, come no: ma poi il dolore rischia di durare molto di più.