Jessica Rossi, una notte insonne per la gioia. "Quote rosa? Aiutiamo i maschi"

La tiratrice dedicò l’oro 2012 ai terremotati emiliani: "Questo è per mamma"

Jessica Rossi

Jessica Rossi

"Un uomo e una donna per la parità di genere? Sì, ma per dare un aiuto al genere maschile, nelle ultime due edizioni le portabandiera azzurre sono state donne. E noi donne stiamo raccogliendo risultati importanti".

Ride felice, Jessica Rossi. O meglio, ride e piange (di gioia) da mercoledì notte. "Sono in ritiro con la Nazionale – racconta Jessica, 29 anni, da Crevalcore (Bologna) – l’altra sera ero a tavola. Ho visto il telefonino squillare. Ho vinto un argento a squadre nei giorni scorsi, ma ho pensato che Malagò non volesse complimentarsi per questo risultato".

E infatti... "Ho mantenuto il segreto per una notte. Ma non ho chiuso occhio – ammette –. Pensavo che il massimo per un’atleta fosse partecipare ai Giochi. Ho partecipato e vinto. E adesso provo ancora un’emozione più grande. Sarò la portabandiera. Devo ancora sentirmi con Elia Viviani, il telefono è caldissimo. Qualcosa faremo".

Ride contenta, Jessica. "Mi sento come Cenerentola, invitata al gran ballo. Il coronamento di un sogno che voglio dedicare alla mia famiglia. In particolare a mamma Monica".

La mamma, che la portava in giro quando Jessica ancora minorenne, ma già campionessa del mondo di tiro a volo, non poteva disporre del porto d’armi.

"Una responsabilità enorme. Troverò qualcuno che mi aiuterà. Per me è un grande onore che comincerà il 23 giugno, quando riceveremo la bandiera dal presidente Mattarella. Porterò con me il mio mondo, quello del tiro a volo. A Londra dedicai tutto ai miei compaesani, che avevano vissuto il terremoto il 20 maggio. È di nuovo il 20 maggio: questa volta vorrei dedicare qualcosa all’Italia, piegata dalla pandemia".