Jacobs spinge la staffetta e porta la bandiera

La 4x100 con Patta, Desalu e Tortu in finale, il Coni sceglie il campione olimpico per la cerimonia di chiusura: "Un onore, sono italiano"

Marcell Jacobs (Ansa)

Marcell Jacobs (Ansa)

La prima risposta l’ha data lui, Marcellino pane e vino. Insieme ai compagni Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu, ha staccato il biglietto per la finale della 4x100, in programma oggi (alle vostre 15,50). Con tanto di nuovo record nazionale: 37”95. Meglio di noi, tra le otto candidate alle medaglie, solo Giamaica, Canada e Cina. Insomma, sognare si può.

La seconda risposta l’hanno data gli americani, così bravi a sospettare, ma meno bravi a correre. Sono stati clamorosamente eliminati, suscitando in patria lo sdegno via social di Carl Lewis, il figlio del vento.

La terza risposta l’ha data Giovanni Malagò. Per non sapere né leggere né scrivere, il numero uno del CONI ha scelto proprio Jabobs come portabandiera per la cerimonia di chiusura.

Le parole. E adesso ecco le reazioni di Marcellino pane e vino, intercettato nella pancia dello stadio olimpico dopo la prestazione in staffetta (come secondo frazionista).

"Per me è un onore la decisione del CONI – ha detto Jacobs –. Mi sento parte di un gruppo, di una storia collettiva".

Come stai vivendo queste giornate così frenetiche?

"Come tutti gli atleti ancora impegnati nelle gare, sono chiuso nella bolla. Sto al villaggio e vengo allo stadio per correre..."

Sei riuscito a capire cosa hai combinato?

"Beh, tengo sempre con me la medaglia d’oro dei 100, per non avere dubbi! Me la porto anche a letto, dorme con me. Poi ho usato molto il cellulare, per rispondere ai complimenti".

Vuoi rispondere anche ai sospetti degli anglosassoni sulla tua impresa?

"No, assolutamente no. Io sono tranquillo, so i sacrifici che ho fatto per arrivare dove sono arrivato. Ho avuto le mie delusioni e le mie cadute, mi sono sempre rialzato. Non ho niente da nascondere".

Si parla tanto anche di scarpette magiche...

"Guardate che in atletica non c’è un fornitore unico, ci sono marche diverse e qui stanno vincendo campioni che usano calzature differenti. Io ho testato i modelli di cui si parla, non ho notato effetti strabilianti. È più una questione di sensibilità, io credo".

Cos’è questa storia che potrebbe esserci l’America nel tuo futuro?

"Ho già chiarito, c’è un equivoco. Sapete che di recente ho recuperato un rapporto con mio padre. Cercherò di vederlo più spesso e lui vive negli Stati Uniti. Ma la mia patria è l’Italia, in Italia ho tutto quello che mi serve per vivere bene, dunque non me ne andrò".

Dove potete arrivare con la staffetta?

"Ci siamo qualificati bene, abbiamo fatto il record. Siamo una squadra affiatata, andiamo in pista per giocarcela".

Che sia in arrivo un miracolo bis?