Giovedì 11 Aprile 2024

"Jacobs e Tamberi, serve un colpo mondiale"

Tilli: "Dopo gli exploit di Tokyo tante difficoltà, anche prevedibili. Ma Marcell e Gimbo hanno il talento per stupirci ancora"

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di Paolo Grilli

Tokyo è stato il bengodi per l’atletica azzurra, con cinque ori entrati subito e di diritto nella leggenda. I Mondiali di Eugene, un anno dopo, sono un’altra vetrina de luxe, ma con mille insidie. "I trionfi dei Giochi non ce li toglierà nessuno – dice Stefano Tilli, argento iridato della 4x100 nel 1983 a Helsinki, campione europeo indoor dei 60 nel 1983 e dei 200 nel 1985, per due anni recordman del mondo nel giro di pista al coperto –. E’ una gloria che ci siamo meritati e che nulla potrà intaccare. Poi, proprio per lo stress che ha caratterizzato la preparazione di queste Olimpiadi in tempi di pandemia, è purtroppo normale che poi si paghi lo sforzo con infortuni, a tutti i livelli. E’ successo a Warholm, e anche a Jacobs".

Marcell a Eugene ci sarà, nonostante una prima parte di stagione a dir poco tormentata per via dei guai fisici. E in 24 avversari, a differenza sua, sono scesi sotto i 10“ nei 100 quest’anno.

"Il primo pensiero che sorge è infatti “ma che ci va a fare Marcell ai Mondiali?“. Ma la questione è più complessa. Lui è un talento grandissimo, non ha nemmeno troppo bisogno di allenamento perché è un atleta meno costruito di altri. Ha il rimbalzo di piede più rapido di tutti. Spero che lui sia conscio di poter competere al massimo delle sue possibilità, che ora serva sciogliere solo l’ultimo nodo per rivedere il vero Jacobs in pista. Gli americani, da Kerley in giù, sono in agguato per riprendersi il trono dei 100, ma poi quest’anno nessuno è sceso sotto i 9“86-9“87 al netto del vento favorevole e dell’altitudine. Tutti ci auguriamo che Marcell possa inventarsi una grande gara".

Magari come Tamberi nell’alto, parso sotto i suoi standard e appena reduce dal licenziamento-lampo, poi rientrato, del padre-allenatore?

"Anche da Gianmarco ci si può aspettare comunque tanto, in virtù del suo talento pazzesco. Il bronzo di quest’anno ai Mondiali indoor, con un solo test di avvicinamento alla gara, l’ha dimostrato. La vicenda della separazione tecnica dal padre è stata particolare, possiamo dire che si sia chiusa solo come un chiarimento, seppure burrascoso. Senz’altro la tempistica di questa scelta da parte di Gimbo era poco condivisibile, così a ridosso dei Mondiali. Ma del resto lui vive anche di queste “scosse“. Ora speriamo che padre e figlio possano appianare le ultime asperità e che possano avere un abbraccio ‘metallico’, nel senso di medaglia, dopo la gara di Eugene".

Restiamo nei salti: c’è Iapichino nel lungo femminile.

"Larissa arriva con aspettative forse diverse rispetto a quelle “esplose“ un paio di anni fa. Per come la vedo io, dovrebbe porsi come obiettivo di arrivare a 6.70 per capire di essere sulla strada giusta, e poi porsi obiettivi ancora più elevati".

Tortu non farà i 100, ma i 200 e la staffetta.

"Penso che Filippo sia più adatto non ai 100 ma proprio alla distanza doppia, i primi però sono quelli che sinora gli hanno dato più soddisfazioni. E quindi lui può permettersi questa “dicotomi“. Vediamo se saprà migliorarsi rispetto al personale di 20“11, la preparazione è stata buona".

Ci sono altri azzurri che possono stupire?

"Credo che sarebbe già un’ottima cosa per alcuni agguantare una finale. Penso per esempio a Bellò negli 800 femminili e a Tecuceanu in quelli maschili, a Dallavalle nel triplo, alla Sabbatini nei 1.500. Sono i Mondiali, non dimentichiamolo".*

Poi ci saranno pure gli Europei.

"Altra kermesse importante, anche se è una diminutio puntare a quelli piuttosto che ai Mondiali. Questi ultimi sono una vetrina ben diversa".

Lei negli Stati Uniti partecipò ai Giochi di Los Angeles nel 1984.

"Ricordo il tifo incredibile di un Coliseum stracolmo nel sostenere gli atleti di casa, da Lewis in giù. E questi ripagavano con grandi prove. Credo che a Eugene sarà così: atmosfera caldissima e prestazioni super".

Come sta l’atletica italiana dopo Tokyo?

"L’Olimpiade ha portato interesse ed entusiasmo. E poi adesso aspettiamo Furlani, 17 anni, talento pazzesco del lungo e anche dell’alto con i due ori agli Europei Under 18. Ha questa falcata elastica, ampia, divaricata, che ha dell’incredibile. Non si intravedono limiti per lui. Anche Ali ha fatto ampi progressi sui 100. Non ci siamo fermati a Tokyo".