Venerdì 19 Aprile 2024

"Italia, devi crederci: non è la Spagna di Xavi"

Di Natale tra gli azzurri che nel 2012 furono battuti 4-0 in finale: "Loro all’epoca erano al top. Ora Mancini ha una squadra più forte"

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Enrico

Salvadori

Lui sa come si fa gol alla Spagna. Quel filtrante in profondità di Pirlo che viene finalizzato in rete con un diagonale chirurgico, sul quale Casillas può fare poco, lo ha rivisto mille volte riavvolgendo il nastro della sua memoria. Totò Di Natale è convinto che gli azzurri domani non avranno bisogno dei suoi suggerimenti. "Abbiamo tutto per farcela e anche per vincere il titolo che ci sfugge da troppo tempo".

Il riconfermato allenatore della Carrarese (serie C) da collega dedica il suo primo pensiero a Mancini. "Roberto sta facendo un lavoro straordinario che tutti ci invidiano. Ha costruito un gruppo di ferro, dato un’identità a una squadra che gioca un gran calcio e che è stata ricostruita dal nulla o quasi".

Però con la Spagna e nell’eventuale finale sarà durissima.

"Quando si arriva in semifinale agli Europei avversari facili non ci sono. Noi nel 2012 diretti da Cesare Prandelli giocammo la finale a Kiev e la Spagna ci travolse dopo che nel girone eliminatorio avevamo pareggiato col mio gol e giocato alla pari. Eravamo in piena emergenza fisica e c’era soprattutto un’altra Spagna rispetto a quella di oggi. Le ‘furie rosse’ erano al top del loro ciclo con Xavi, Iniesta, Fabregas, Xabi Alonso, Piquè, Sergio Ramos. Ora è molto diverso".

In che senso?

"Che c’è un’Italia che sta bene anche se l’infortunio di Spinazzola non ci voleva e dall’altra parte c’è una Spagna che ha finito il ciclo d’oro ed è stata in parte rifondata. Ci sono giovani di valore ma onestamente la qualità dell’Italia è superiore".

Dove vedi il punto debole iberico, qualora esistesse ?

"Secondo tradizione la Spagna gioca un bel calcio, ha un possesso palla che ti sfianca. Ma in difesa evidenziano sicuramente problemi come la lentezza e nell’arco della gara manifestano evidenti cali di tensione che generano dei passaggi a vuoto. Bisogna essere bravi a sfruttarli".

Italia quindi favorita?

"Penso che le possibilità siano 50 per cento per ciascuno ma l’Italia ha qualcosa in più che dovremmo essere bravi a valorizzare perché sarebbe decisivo. Comunque tra due squadre che giocano a calcio sarà un bello spettacolo, in questa parte del tabellone che è indubbiamente più difficile dell’altra".

Dell’Italia ti piace tutto dicevi.

"Un collettivo nel vero senso del termine, una squadra che gioca a memoria dove tutti si sacrificano per gli altri. Hanno poi una lettura della partita che stupisce perché si tratta di una squadra giovane ma tutti i giocatori giocano da veterani. Ci meritiamo il massimo".

Chi ti entusiasma di più tra gli azzurri?

"La nostra forza sin qui è stata il collettivo anche se le stelle le abbiamo anche noi e si mettono al servizio dei compagni. Quindi una promozione in blocco anche se i miei amici Chiellini e Bonucci sono da menzionare perché lavorano e si impegnano con grande abnegazione. Sembrano ragazzini".

In molti dicono che rivedono in Insigne il giocatore con le tue caratteristiche

"Per molti versi è vero anche se Lorenzo è un esterno che si accentra mentre io a fine carriera per alcune stagioni ho agito da prima punta. Comunque è vero che un po’ mi assomiglia. Il raddoppio col Belgio è stato fantastico e – sottolinea Totò Di Natale - speriamo che conceda il bis. Ma tutti come gruppo hanno garantito quell’apporto che fa crescere anche chi non gioca con frequenza. Dai ragazzi non molliamo proprio adesso".