Giovedì 25 Aprile 2024

Italia a fari spenti per l’impresa mondiale

A Imola partiamo senza i favori del pronostico: Nibali prova l’exploit, il gruppo la chiave. Telefonata d’auguri del premier Conte a Cassani

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di Angelo Costa

Istruzioni per l’uso del Mondiale che conta di più, quello dei professionisti della bici. Si corre a Imola, su un circuito con due salite corte e toste da ripetere nove volte, dalle 10 in poi con diretta tv integrale su Rai ed Eurosport. Alla fine i chilometri (259) e il dislivello (cinquemila metri, roba da tappone alpino) ne fanno uno dei più duri da quarant’anni in qua.

1. Ricordarsi che l’Italia, anche se corre in casa, non è favorita: manca la punta che in queste occasioni fa sempre gol o quasi, un Bettini o un Bugno per intenderci. Leghiamo le nostre speranze ai 35 anni di Vincenzo Nibali, che dalla ripartenza in poi non è stato brillantissimo: da fuoriclasse, è l’unico che sa inventarsi una giornata irresistibile quando non te l’aspetti.

2. Non farsi troppe illusioni sulle alternative azzurre: Caruso, appena entrato nei dieci al Tour, e Ulissi, non proprio una garanzia sulle grandi distanze, le migliori. Accanto a loro Bettiol e i debuttanti Masnada e il ventunenne Andrea Bagioli, primo giovane in Nazionale da molto tempo in qua: dovranno prima di tutto lavorare per gli altri, come Visconti e Brambilla.

3. Confidare sull’arma migliore della nostra Nazionale: la capacità di essere unita e dare l’anima. Filosofia che ha avuto un maestro nel Martini, del quale Cassani, come già il compianto Ballerini, è uno dei migliori allievi. Al ct, che insieme a Nibali ieri ha ricevuto la telefonata d’auguri del premier Giuseppe Conte, a dispetto di un argento in sei spedizioni iridate (Trentin, un anno fa) non difetta certo l’arte di saper fare gruppo: anche correre da squadra fa andar lontano.

4. Annotarsi i nomi dell’inesauribile belga Wout Van Aert, del francese Alaphilippe e del danese Fuglsang, oltre che dei soliti Valverde e Kwiatkowski: sono loro quelli da tener d’occhio maggiormente. A seguire il ventiduenne svizzero Hirschi, una delle rivelazioni del Tour e già iridato fra gli under 23 un paio di anni fa, e il tedesco Schachmann, che dalla sportellata del Lombardia (scontro con un’auto sbucata sul percorso e clavicola rotta) si è ripreso in fretta. Alla voce outsider, il canadese Woods.

5. Evitare di credere che uno come Tadej Pogacar abbia esaurito energie e motivazioni per arrampicarsi in cima al podio del Tour una settimana fa: qui si presenta per fare la stessa cosa. Così come il compagno Roglic, fin troppo trascurato per via della botta sul morale presa in Francia: se andava forte pochi giorni fa, non c’è dubbio che lo faccia ancora.

p. s. Salutare l’italiano in più di questo Mondiale: Enrico Gasparotto a 38 anni debutta nella corsa iridata con la Svizzera, dove ha casa e cittadinanza. "E’ l’occasione per ripagare un Paese che mi sta dando tanto", dice il friulano, vincitore di due Amstel e mai azzurro. Anche per lui, è il mondiale che conta di più.