Giovedì 18 Aprile 2024

Isolamento per 600, caos Open

Melbourne, positivo un addetto nell’hotel degli atleti: sospesi l’Atp Cup e i tornei che precedono lo Slam

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di Ubaldo Scanagatta

E’ bastata la positività al Covid- di un solo dipendente di uno dei tre hotel dove erano stati alloggiati in quarantena molti fra tennisti, coach, arbitri, fisioterapisti e dirigenti approdati a Melbourne in vista dell’Open d’Australia, a creare un vero sconquasso.

A rischiare di vanificare gli enormi sforzi compiuti dagli organizzatori del primo Slam dell’anno i quali, pur di ospitare un evento che alza il Pil nazionale e promette introiti intorno ai 316 milioni di euro, avevano fatto in modo – e qui sintetizzo – di a) organizzare le qualificazioni del torneo per 256 giocatori e giocatrici a Dubai e Doha, b) allestire 11 voli charter per 1200 persone in partenza da Doha, Dubai, Los Angeles e Abu Dhabi, c) riservare 3 hotel a Melbourne più uno a Adelaide (qui sono stati ospitati in cambio di un’esibizione pochi “privilegiati” fra cui Nadal, Serena Williams, Djokovic e i loro sparring partner…Sinner lo era per Nadal) d) mettere tutti in quarantena per 14 giorni con solo 5 ore al giorno di “aria” per allenarsi sui campi e in palestra, ma rigorosamente con un solo partner o, nella seconda settimana, con un’altra coppia scelta da Tennis Australia, e) nutrire tutti rigorosamente in camera f) scortarli fuori solo per raggiungere le auto della transportation.

Per darvi un’idea: in 14 giorni Matteo Berrettini che abitava al quarto piano dell’Hyatt non ha mai visto neppur da lontano la fidanzata Ajla Tomljanovic che stava al piano di sotto. Quegli sfortunati 72 passeggeri dei tre aerei con una decina di “positivi” all’arrivo a Melbourne (e non tali in partenza) non hanno potuto godere neppure delle 5 ore di aria al giorno. Né racchetta, né tennis.

Venerdì scorso finalmente liberi tutti! E tutti ad allenarsi forsennatamente per poter partecipare dignitosamente a 6 diversi eventi: tre tornei femminili, due maschili, più l’Atp Cup. Con tamponi a giorni alterni per tutti, onde certificare la negatività di 1200 persone in un Paese Covid-free grazie al durissimo lock-down di 7 mesi e a una rigidità di controlli unica al mondo.

Ma ieri la notizia che ha rischiato di buttar tutti questi immani sforzi per aria. Al lussuoso Hyatt di Collins Street un dipendente è risultato positivo. Apriti cielo! E’ stato deciso lo stop immediato di tutti gli eventi per 24 ore per consentire a tutti (giocatori e non), di sottoporsi a un tampone che certificasse la loro negatività. Loro sono stati fortunatamente considerati “contatti casuali”. Non come quei 72 passeggeri dei tre aerei con i 10 positivi di 17 giorni fa.

Se un tennista verrà trovato positivo dovrà rimpiombare subito in quarantena. E addio Australian Open. Ma, salvo brutte sorprese si dovrebbe trattare di un solo giorno di stop. Stop ai 6 eventi. E agli allenamenti dei già eliminati. E ritorno sui campi nella notte fra giovedì e venerdì. Non pochi i problemi organizzativi per concludere quegli eventi nei tempi previsti. Ma il vero caos avverrebbe se fioccassero i “positivi”.

Diverso il caso dei dipendenti dell’Hotel Hyatt entrati forse in contatto il 29 gennaio con il “positivo” che prima aveva denunciato sintomi e poi ieri era risultato contagiato. Loro, in quanto “contatti ravvicinati primari”, sono già in quarantena per due settimane. A rischio potrebbero essere le 500-600 persone legate al torneo e alloggiate all’Hyatt. Fra questi Berrettini e Tomljanovic. Matteo ha cambiato alloggio proprio il 29 gennaio, proprio il giorno dell’ultimo turno del dipendente “positivo”. Ma altri giocatori alloggiano ancora lì.

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