Inter, un colpo che cambia tutto

Batte la Juve a Torino e si riprende il posto nella corsa scudetto. Calhanoglu decide su rigore tra le polemiche

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di Giulio Mola

La notte senza appello condanna la Juventus e rilancia l’Inter nell’entusiasmante volata scudetto. Un rigore di Calhanoglu, contestato, sbagliato e ribattuto regala ai nerazzurri tre punti fondamentali in un interminabile derby d’Italia (ben 105 minuti giocati) carico di veleni, in ossequio ad antiche tradizioni. Il primo fallaccio di Lautaro dopo 20 secondi, le ultime proteste di Chiellini pochi istanti prima del triplice fischio: in mezzo Var e cartellini gialli, proteste e interruzioni. Ma alla fine festeggia l’Inter che si riporta a tre punti dalla vetta (e con una gara da recuperare) mentre i bianconeri restano con un pugno di rimpianti: intensità, volontà e la buona vena di Dybala non sono bastati per evitare il primo stop del 2022 in campionato dopo sedici risultati utili di fila (e quattro vittorie consecutive). Una sconfitta che fa malissimo, perché il primo posto resta lontano sette punti. Si capisce così la delusione del popolo bianconero tornato a riempire l’Allianz Stadium 756 giorni dopo il derby d’Italia, giocato senza pubblico in piena pandemia.

Il tecnico bianconero non fa calcoli e schiera una formazione a trazione anteriore con un inedito 4-2-3-1: da Vlahovic a Cuadrado da Dybala e Morata, giocano tutti. Simone Inzaghi può finalmente contare su Brozovic. Per i primi 20’ il match è divertente e giocato su ritmi forsennati. Molta più Juve che Inter, perché i nerazzurri vengono schiacciati nella propria metà campo. E’ soprattutto il vivace Dybala a innescare le azioni migliori. I bianconeri sfiorano più volte il vantaggio, un po’ per le amnesie di Handanovic (uscita a vuoto e palla sulla traversa dopo otto minuti) e un po’ con iniziative dei singoli. L’Inter prova a “narcotizzare“ gli avversari (che nel frattempo perdono Locatelli per infortunio sostituito da Zakaria) con qualche ripartenza, e se Dzeko e Lautaro non vedono palla tocca a Calhanoglu (30’) incunearsi tra le maglie bianconere per minacciare Sczesny. Un lampo nel buio, perché fino a quel momento ben poco avevano costruito i campioni d’Italia. Poi il rovente finale di tempo con il rigore al 45’ per un doppio intervento di Morata e Alex Sandro su Dumfries. Irrati va al Var e assegna il penalty, Calhanoglu si fa ipnotizzare da Sczesny ma in qualche modo butta la palla in porta sulla respinta. Ancora caos, gol non valido, ancora Var, si torna dagli undici metri e il turco stavolta non sbaglia. Dopo 105 minuti intensi e “cattivi“ si va al giro di boa. Nella ripresa la Juventus torna in campo determinata. Dybala è sempre l’ispiratore di ogni manovra e i nerazzurri vengono messi alle corde: Bastoni soffre le incursioni di Cuadrado, e in una delle rare occasioni in cui Vlahiovic sfugge a Skriniar il serbo va vicinissimo al pareggio. E mentre Brozovic si immola davanti alla retroguardia, tocca a Morata insidiare Handanovic che poi viene salvato dal palo (28’) dopo tiraccio di Zakaria. Valzer di cambi, assedio finale dei bianconeri, Vidal e Correa sfiorano lo 0-2 e nervi tesissimi sino alla fine: la madre di tutte le partite la vince l’Inter. Per lo scudetto ci sarà da divertirsi.