Giovedì 18 Aprile 2024

Inter super con la firma di Inzaghi

Ha fatto centro al primo tentativo, ed è entrato nel cuore di Zhang: a Conte non era riuscito. Il caso Sanchez

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di Mattia Todisco

Gli era già successo contro la stessa avversaria e nello stesso torneo: gol all’ultimo guizzo di un giocatore lanciato dalla panchina e trofeo in bacheca. Nel 2017 era stato Murgia (3-2 per la Lazio al 93’) stavolta è toccato a Sanchez (2-1 al 120’). Così Simone Inzaghi si è aggiudicato due delle tre Supercoppe che può vantare nel proprio palmarès. Da mercoledì sera è l’allenatore ad aver sconfitto più volte i bianconeri in una finale dal 192930.

Soprattutto, agli occhi dei tifosi interisti, è colui che ha guidato la squadra al trionfo contro una rivale storica in un’affermazione che sa di prosecuzione su un buon cammino dopo lo scudetto della passata stagione.

Oggi più che mai, Inzaghi è uno dei cardini del progetto interista. Anche nei momenti di maggior splendore, mai Conte aveva potuto vantare un simile rapporto con il presidente Zhang, che apprezza lo stile asciutto fuori dal campo e la spavalderia della squadra sul rettangolo di gioco. Se l’annata continuerà sulla stessa falsariga (l’obiettivo principale resta la seconda stella) il naturale sfogo sembra il rinnovo di contratto nella prossima primavera. Inzaghi ha infatti firmato "solo" un biennale, il che significa che nel giugno 2023 l’accordo andrà a terminare, se non ci saranno ulteriori firme.

Nello stesso mese è prevista la fine del contratto tra Sanchez e l’Inter, ma in questo caso non è detto che si vada avanti assieme. Il gol decisivo siglato contro la Juventus è stata l’occasione per il cileno di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. "Pensavo di giocare dall’inizio, i campioni risolvono le partite", ha dichiarato mostrando enorme certezza nei propri mezzi. Che sono straordinari, ma a Milano sono stati spesso influenzati da qualche problema fisico.

Sanchez non è uno qualsiasi, ha un passato da titolare nel Barcellona dei Messi, Xavi e Iniesta e un peso a bilancio di sette milioni netti a stagione, mitigato al lordo dagli effetti del Decreto Crescita. È il più pagato della rosa, pur non essendo certo un titolare. Dall’alto della consapevolezza nelle sue possibilità vorrebbe essere molto più presente nelle scelte di Inzaghi. Anche per questo potrebbe prendere la decisione, in estate, di chiudere in anticipo di un anno la sua avventura nerazzurra. Non prima di aver provato ad aggiungere altri trofei in bacheca.

Quale sarà la risposta di Inzaghi alle sollecitazioni della punta lo scopriremo già domenica, quando l’Inter andrà a Bergamo per giocare una partita difficilissima e molto importante per la classifica. Un eventuale passo falso potrebbe lasciare strada al Milan per il primo posto, pur con Bologna-Inter ancora da recuperare. Il tecnico deve badare agli equilibri di squadra, tecnici ed emotivi. Ha dalla sua i risultati: è più facile cancellare i pochi musi lunghi in uno spogliatoio, risultato di scelte e sostituzioni digerite a fatica (vedi anche Barella o Lautaro in Supercoppa) quando al triplice fischio si può far festa.