Venerdì 19 Aprile 2024

Inter: Rocchi scarica Chiffi ma salva il Var

Il capo degli arbitri scontento della direzione, ma non della decisione chiave. Il day after dei nerazzurri è invece tutto rabbia e rimpianto

di Giulio Mola

Il day after dell’Inter è un intreccio di ira funesta e delusione, di rimpianti e frustrazione, di silenzi e riflessioni. Non si parla delle nove sconfitte in campionato, dell’attacco che non segna, del nervosismo dei giocatori simbolo, del futuro di Simone Inzaghi rimesso in discussione per l’ennesima volta. No, l’argomento è sempre quello, il gol convalidato alla Juventus (meglio, "non annullato" per mancanza di immagini Var che potessero chiarire il tocco di braccio di Rabiot prima e di Vlahovic dopo) che i nerazzurri proprio non riescono a mandar giù, visto che è costato sconfitta e secondo posto.

Sotto accusa l’ipertecnologica sala Var di Lissone, fiore all’occhiello del sistema arbitrale: nelle intenzioni avrebbe dovuto offrire più garanzie e meno errori "perché in Italia siamo all’avanguardia", ma di fatto risulta essere un meccanismo con diverse falle e che spesso si nasconde dietro la solita frase di circostanza tipo "non ci sono immagini certe". Ecco, detta così, è evidente che trattasi di un sistema che sconfessa se stesso. "E’ successa una cosa gravissima, è inaccettabile prendere un gol del genere in epoca Var" tuonava Inzaghi domenica dopo la sconfitta. "Il tocco di braccio? Non c’è nemmeno da parlare: dicono che non ci sono immagini e io ne ho viste almeno 20 diverse...". Parole che hanno infastidito non poco Gianluca Rocchi, il designatore della Can di serie A e B. All’ex fischietto fiorentino la direzione di Chiffi nel complesso non è piaciuta (soprattutto nella gestione di falli e cartellini dei momenti di maggior tensione), ma è stata giudicata corretta la valutazione data sull’azione che ha portato al gol di Kostic e la decisione presa col varista Mazzoleni.

Questo perché, si sussurra fra i vertici arbitrali, le quattro telecamere che hanno immortalato il gesto di Rabiot prima e di Vlahovic poi (il sospetto tocco di braccio) non hanno prodotto immagini sicure ed evidenti, facendo venir meno l’esistenza di una scorrettezza e la conseguente certezza della pena. Praticamente quel che era accaduto la settimana precedente in Juve-Samp, sempre con Rabiot protagonista. Stop e gol contro i blucerchiati, controllo a monte con i nerazzurri, idem Vlahovic (braccio "congruo"?). In entrambi i casi, il Var ci ha pensato su (addirittura 4’, a San Siro) e, alla fine, ha dato ragione agli arbitri. Anzi, per quel che riguarda il gesto di Vlahovic il paragone di riferimento è la rete annullata a Locatelli in Juventus-Roma (3ª giornata) sempre per mano del serbo: nel corso dell’azione il braccio dell’attaccante impattò con il pallone in maniera apparentemente fortuita, ma era aperto a 90° rispetto al corpo; nel caso di Inter-Juventus è invece molto vicino al corpo. I dubbi restano, magari se Chiffi fosse andato al monitor prendendosi la responsabilità di decidere sarebbe stato meglio per tutti. Adesso ci si chiede se verranno desecretati gli audio del dialogo fra Mazzoleni e l’arbitro padovano durante quei 3’53” in cui sono state viste e riviste tutte le immagini possibili.

Difficile che ciò avvenga.