Giovedì 25 Aprile 2024

"Inter, ora è tardi: il Milan vede lo scudetto"

Saul Malatrasi trionfò in Italia e in Europa con entrambe le maglie: "Con i nerazzurri rimontammo perché l’aveva predetto Padre Pio"

Migration

di Carlo Cavriani

I derby e le sfide, le rimonte e i sorpassi con dentro volatone, preghiere e scudetti. Milan-Inter ha sempre offerto di tutto e di più. I suoi grandi protagonisti sono entrati nella storia del calcio. Giocato e parlato. Uno di questi, Saul Malatrasi, classe 1938, ha giocato nell’Inter e nel Milan. Nerazzurro e rossonero, con Helenio Herrera detto el Mago e Nereo Rocco detto el Paron. E ha vinto tutto, ma proprio tutto. Campionati e coppe, in Europa e nel Mondo. Primo a vincere la Coppa Campioni con due squadre diverse. Tre scudetti sulle due sponde, due con l’Inter, uno con il Milan. E che scudetti.

Il primo con l’Inter.

"Bellissimo, è stata una rimonta fantastica. Una delle più affascinanti dei favolosi anni Sessanta. Il Milan era scappato quasi subito: sette punti di distacco quando la vittoria ne valeva due. Sembrava irraggiungibile, anche se mancava il mio coscritto Josè Altafini. Poi noi siamo andati da Padre Pio…"

Scusi, da Padre Pio? A fare cosa?

"Ci ha ricevuti. Era la seconda giornata di ritorno del campionato 1964-65. Dovevamo giocare a Foggia e siamo andati in ritiro a San Giovanni Rotondo. La moglie del presidente Angelo Moratti, signora Erminia, alla vigilia portò tutta la squadra nel convento di Padre Pio".

Padre Pio era tifoso dell’Inter?

"No, non era tifoso di calcio. Però era contento quando il Foggia vinceva. Ci disse: Ma cosa siete venuti a fare? Come squadra avete già tutto. Credete di comprare la partita? Domani con il Foggia perderete, ma vincerete il campionato".

Com’è andata?

"Abbiamo perso 3-2. Il Foggia era allenato da Oronzo Pugliese, che in quell’occasione diventò il Mago di Turi, la risposta italiana al nostro Mago Helenio. Dopo quella partita si è avverata la profezia di Padre Pio. Il distacco con il Milan era salito a 7 punti e la rimonta sembrava impossibile, ma nelle rimanenti 15 partite abbiamo ottenuto 13 vittorie e 2 pareggi e conquistato lo scudetto sorpassando il Milan nelle ultime due giornate".

Il secondo scudetto con l’Inter?

"Ho giocato poco, solo sette partite. Ma era la Grande Inter, campione d’Italia, d’Europa e del Mondo e non era facile sostituire campionissimi con Guarneri e Picchi. Siamo arrivati primi davanti al Bologna staccato di quattro punti. Io ero felice di giocare in quello squadrone. Poi sono passato sull’altra sponda e anche lì ho raggiunto il massimo".

Lo scudetto con il Milan?

"Una meraviglia. Stagione 1967-68, lo abbiamo vinto con nove punti di distacco davanti al Napoli. Poi la Juventus a dieci, quando la vittoria valeva due punti. Un Milan grandissimo, anche qui campione d’Italia, Europa e del Mondo".

E adesso? Milan primo con due punti sull’Inter. Cosa prevede Saul Malatrasi?

"Lo scudetto lo può perdere solo il Milan, all’Inter servirebbe un miracolo, ma Padre Pio non c’è più...".

Sassuolo e Sampdoria, quale è l’ostacolo più difficile?

"Il Milan l’ostacolo più duro l’ha affrontato alla penultima, contro l’Atalanta. E poi gli basta anche un pari. L’Inter vincerà con i blucerchiati"

Il segreto dei rossoneri?

"La continuità. L’Inter ha avuto troppi alti e bassi".

I migliori del Milan?

"Leao, Theo Hernandez e Tonali. Ma il più forte è Maignan. Ha sbagliato pochissimo. E da difensore, dico che avere un grande portiere alle spalle che ti dà sicurezza, vuol dire tanto. Io avevo Sarti e a Firenze Albertosi, mica roba da poco".

Se le dicono che il calcio è cambiato rispetto a quando giocava lei?

"Mi arrabbio. Sono cambiate le maglie (certe fanno ridere), i palloni, le scarpe. Ma l’uno-due, la sovrapposizione, il fuorigioco, la zona, tutte cose che facevo già nel ’62 alla Fiorentina con il grande ungherese Nandor Hidegkuti, con il quale vincemmo la Coppa delle Coppe".

Allora domenica forza Milan?

"Il ricordo del Paron Rocco è indimenticabile, anni meravigliosi. Ma se mi chiede per chi tifo, dico la Spal".