di Carlo Cavriani I derby e le sfide, le rimonte e i sorpassi con dentro volatone, preghiere e scudetti. Milan-Inter ha sempre offerto di tutto e di più. I suoi grandi protagonisti sono entrati nella storia del calcio. Giocato e parlato. Uno di questi, Saul Malatrasi, classe 1938, ha giocato nell’Inter e nel Milan. Nerazzurro e rossonero, con Helenio Herrera detto el Mago e Nereo Rocco detto el Paron. E ha vinto tutto, ma proprio tutto. Campionati e coppe, in Europa e nel Mondo. Primo a vincere la Coppa Campioni con due squadre diverse. Tre scudetti sulle due sponde, due con l’Inter, uno con il Milan. E che scudetti. Il primo con l’Inter. "Bellissimo, è stata una rimonta fantastica. Una delle più affascinanti dei favolosi anni Sessanta. Il Milan era scappato quasi subito: sette punti di distacco quando la vittoria ne valeva due. Sembrava irraggiungibile, anche se mancava il mio coscritto Josè Altafini. Poi noi siamo andati da Padre Pio…" Scusi, da Padre Pio? A fare cosa? "Ci ha ricevuti. Era la seconda giornata di ritorno del campionato 1964-65. Dovevamo giocare a Foggia e siamo andati in ritiro a San Giovanni Rotondo. La moglie del presidente Angelo Moratti, signora Erminia, alla vigilia portò tutta la squadra nel convento di Padre Pio". Padre Pio era tifoso dell’Inter? "No, non era tifoso di calcio. Però era contento quando il Foggia vinceva. Ci disse: Ma cosa siete venuti a fare? Come squadra avete già tutto. Credete di comprare la partita? Domani con il Foggia perderete, ma vincerete il campionato". Com’è andata? "Abbiamo perso 3-2. Il Foggia era allenato da Oronzo Pugliese, che in quell’occasione diventò il Mago di Turi, la risposta italiana al nostro Mago Helenio. Dopo quella partita si è avverata la profezia di Padre Pio. Il distacco con il Milan era salito a 7 punti e la rimonta ...
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