di Giulio Mola
La tiepida notte meneghina dei primi inappellabili verdetti sorride alla spietata Inter di Simone Inzaghi che nella quarta stracittadina stagionale abbatte il Milan (3-0) e stacca il pass per la finale della Coppa Italia dove proverà a conquistare un trofeo che manca da 11 anni.
I rossoneri, fragili in difesa e poco fortunati davanti, si inginocchiano nella bolgia di San Siro (74.508 tifosi presenti, primo sold out post pandemia con oltre 4 milioni d’incasso, record per la manifestazione) davanti ad un super Lautaro nell’infinito derby della Madonnina. Dal prossimo weekend il duello riprenderà in campionato nell’appassionante testa a testa per lo scudetto, con l’Inter galvanizzata nella rincorsa al primo posto e Milan che rischia di accusare il colpo. Non si sa quanto i rossoneri siano distratti dalle voci riguardanti la probabile cessione al fondo del Bahrein Investcorp (Maldini nel prepartita ha dribblato l’argomento: “Come ha accolto lo spogliatoio questa notizia? Con curiosità ma abbiamo troppe cose a cui pensare...”), certamente Pioli dovrà lavorare molto sul morale dei giocatori per riprendersi dopo la batosta di ieri. Compito opposto avrà Inzaghi: evitare eccessi di euforia.
Il tecnico ieri sera ha tenuto inizialmente a riposo Dzeko (Correa-Lautaro l’inedita coppia d’attacco) mentre sul fronte rossonero Pioli lanciava sin dal primo minuto Saelemakers mettendo Kessie alle calcagna di Brozovic. Dopo appena tre giri di lancette i nerazzurri spaccavano il match con Martinez: strepitoso destro al volo su cross di Darmian (dimenticato da Hernandez). E’ il bello del calcio: un talento come il Toro abbozza nei momenti difficili, lavora, tace. E risponde con i fatti. Bravo Lautaro ma brava l’Inter, con un atteggiamento subito convincente, C’è voluto un quarto d’ora prima di vedere il Milan uscire fuori dal guscio con Kessie che si inseriva e concludeva sull’esterno. Col passare dei minuti, i rossoneri si riorganizzavano passando dagli inutili lanci lunghi per Leao al pressing e a interessanti fraseggi. Almeno quattro le occasioni per il pari: prima Handanovic respingeva i tiri di Leao e Saelemaekers, poi il piattone di Tonali colpiva clamorosamente Giroud, infine Kessie non riusciva a spingere il pallone in porta da pochi metri. Milan sbilanciatissimo e proprio nel suo momento migliore veniva colpito in maniera letale da Martinez (40’) bravo a scavalcare Maignan con un tocco morbido su assist di Correa.
Ripresa con Diaz e Messias al posto di Tonali e Saelemaekers ma era ancora Martinez ad impegnare l’attento Maignan. Poi la bordata di Bennacer (20’) che avrebbe potuto riaprire il match: Mariani annullava l’eurogol con l’aiuto del Var per fuorigioco di posizione di Kalulu. Pioli non l’ha presa affatto bene: "Basta guardare Handanovic – ha detto –: non accenna neanche a protestare, se gli avesse oscurato la visuale sarebbe stato furioso". Poi l’Inter che chiudeva i conti (37’) con Gosens ben servito dll’onnipresente Brozovic. Punizione sin troppo severa per il Milan, mentre in tribuna Zhang esultava con la dirigenza interista. La notte è solo nerazzurra.