Mercoledì 24 Aprile 2024

Inter, Kanté per il decollo definitivo

Il 4-3 in rimonta premia la panchina lunga di Conte che adesso chiede al club l’ultimo sforzo. Skriniar la chiave

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di Mattia Todisco

Con un secondo posto in campionato e una finale di Europa League, pur persa, Antonio Conte ha raccolto più elogi che critiche al termine del suo primo anno da interista. Qualche appunto ha dovuto affrontarlo lo stesso, tra questi un utilizzo dei cambi talvolta apparso tardivo in situazioni di difficoltà. Questo anche con cinque cambi a disposizione già nella fase post-lockdown, regola rimasta per la nuova annata. La sostanziale differenza dal 21 agosto (Siviglia-Inter) ad oggi è che sono tornati Perisic e Nainggolan dai rispettivi prestiti, a cui vanno aggiunti i volti nuovi Hakimi e Vidal, mentre Sensi spera di aver finalmente messo alle spalle i guai fisici che lo hanno martoriato.

Nella disperazione di un esordio in campionato in cui la sconfitta ha aleggiato come uno spauracchio sulle teste dei nerazzurri fino a 3 minuti dal 90’, il tecnico non si è fatto pregare. Al 20’ della ripresa di Inter-Fiorentina ne ha cambiati due (Hakimi e Sensi per Young ed Eriksen), dieci minuti dopo ha inserito i "bad boys" Vidal e Nainggolan per Brozovic e Barella, terminando le sostituzioni al 33’ con Sanchez al posto di Perisic. Per dare un’idea della differenza, nella finale di Europa League l’allenatore nerazzurro ha messo mano per la prima volta alla panchina al 32’ del secondo tempo inserendo tre giocatori in una volta sola (Moses, Eriksen e Sanchez), ricorrendo al quarto solo al 90’ (Candreva) e non utilizzando il quinto.

Al 5 ottobre, giorno di fine mercato, l’Inter arriverà probabilmente senza il partente Nainggolan (Cagliari in pressing) ma questo nulla toglie alla nuova dimensione interista, con una panchina nettamente più lunga grazie alla quale la Viola è capitolata in extremis. Va considerato che due giorni fa al Meazza non c’era lo squalificato De Vrij, che con la partenza di Ranocchia verso il Genoa verrà aggiunto in rosa Darmian e che in panchina per 90’ è rimasto un calciatore come Skriniar. Lo slovacco è al centro di una trattativa col Tottenham, Ausilio ha negato la volontà del club di cederlo ma i discorsi sono aperti e pur di arrivare a Kanté il tecnico è disposto a sacrificare anche uno dei suoi più forti centrali, lo scorso anno in sofferenza nella difesa a tre. Se davvero gli Spurs riusciranno a convincere l’Inter, ferma a una valutazione da 60 milioni per un trasferimento definitivo contro un’offerta pari alla metà per un possibile prestito, bisognerà trovare un sostituto. Potrebbe essere Smalling, la cui valutazione da 15 milioni permetterebbe di mettere da parte una frazione del tesoretto per Kanté. Il resto dovrà arrivare, nelle intenzioni degli uomini mercato, dalla cessione di Vecino al Napoli (manca ancora l’intesa su cifra e formula) e da quella già citata del Ninja oltre che dagli addii ad Asamoah, Dalbert e Joao Mario, per i quali finora non sono arrivate offerte.