Mercoledì 24 Aprile 2024

Infortuni, tegola da 100 milioni per la serie A

Lo studio di Howden: aumento del 20 per cento in una stagione, la più penalizzata è la Juve. Il sindacato Fifpro chiede pause maggiori

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di Paolo Grilli

Tanto temuti quanto sempre troppo poco preventivati, gli infortuni si stanno rivelando per molte big l’avversario più ostico. Entro i nostri confini è facile individuare nella Juve dimezzata di questo inizio di stagione la principale vittima degli acciacchi più assortiti, ma il fenomeno riguarda tutti i cinque maggiori campionati europei, con dolorosissime ricadute economiche che si aggiungono a quelle di campo.

Il dato choc è riferito compiutamente alla stagione passata, con doverose riflessioni di carattere medico e anche psicologico stante la pandemia ancora in corso. Nei Top 5 tornei nazionali del Vecchio Continente (Premier, Liga, Bundesliga, Ligue 1 e Serie A), gli infortuni di giocatori – secondo il rapporto del gruppo assicurativo Howden – sono aumentati del 20% in un solo anno. E tutto questo è costato complessivamente ai club oltre 500 milioni di euro. Il totale è stato calcolato moltiplicando il costo giornaliero di un atleta per il numero di giorni in cui non era disponibile a causa di un infortunio.

In Italia, il triste primato degli stop per problemi fisici nel 2021-2022 è spettato alla Juve, con un costo stimato di 22,6 milioni di euro come conseguenza di 88 infortuni annuali. Seguono Napoli (11,78 milioni) e Milan (9,76). La nostra massima serie ha pagato un prezzo di 97,82 milioni considerando l’inutilizzo dei giocatori in infermeria.

Cifre da brivido, ma inferiori a quelle della Premier, su cui gli infortuni hanno pesato per complessivi 219 milioni in una sola stagione come conseguenza di ben 1.231 infortuni: a conti fatti, circa quattro al giorno. La tegola maggiore di carattere economico, parlando di singole squadre, colpisce però in Europa il Psg che ha dovuto pagare pegno per 40,73 milioni, superando quel Real (40,41 milioni) che proprio in Champions l’aveva battuto nel suo cammino trionfale in Champions.

E’ scontato poi chiedersi di quanto si sia già aggravato il conto, considerando l’escalation di ko riscontrata nella stagione in corso, segnata da un calendario a dir poco congestionato in vista della Coppa del Mondo. Il sindacato mondiale dei giocatori Fifpro afferma che è necessario mettere in atto iniziative per limitare i carichi di lavoro dei calciatori. L’adozione permanente di cinque sostituzioni per squadra è stata adottata proprio per questo: con però un effetto preventivo, sugli infortuni, che si sta dimostrando blando se non nullo. La Fifpro sta poi esortando la Fifa ad andare oltre, imponendo periodi di riposo minimi di quattro settimane durante lo stop di campionati e una pausa a metà stagione di due settimane per ogni giocatore.

Scenari delineati dal buon senso ma che cozzano con le esigenze di uno show che non può conoscere soste. Di qui al 13 novembre, giorno in cui inizierà la sosta per i Mondiali in Qatar, saranno appena quattro i giorni senza partite di A o di Coppa per i nostri club.

Alla ripresa del nostro campionato dopo la sosta per le nazionali, risultano ben 74 giocatori ancora ai box per infortunio: più di uno su otto, davvero uno stillicidio. La ’colpa’ viene addossata quasi automaticamente a una preparazione fisica carente, ma non sfugge che anche i ritmi di gioco sempre più alti possano contribuire a un generale logorio. E come si cerca di scacciare questa spada di Damocle? Spendendo sempre di più sul mercato, con rose da sogno, zeppe di campioni che, si spera, non debbano mai fermarsi.