Giovedì 18 Aprile 2024

"Imola motore per riaccendere la normalità"

L’intervista all’ex pilota Paolo Barilla: "Qui il pubblico si sentiva da sotto il casco. Un bene sia tornata la F1. La Ferrari? Tiri fuori l’orgoglio"

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di Leo Turrini

"È bello che il Gran Premio di Imola sia dedicato al Made in Italy. La Formula Uno è da sempre un ponte tra tradizione ed innovazione. E noi emiliano romagnoli lo sappiamo bene!".

Paolo Barilla conosce la materia, vien voglia di aggiungere. La sua famiglia è un simbolo della italianità migliore. Lui, vice presidente della azienda parmigiana, ci mette la passione.

"In gioventù mi sono divertito nel ruolo di pilota - sorride - Oddio, non ero forte come Senna e Prost, ma posso dire di essere stato un loro collega".

Mica facile.

"Ho gareggiato in Formula Uno al volante della Minardi. Ayrton e Alain li ho visti da vicino, anche se in realtà in pista mi sarebbe servito il binocolo, stavano sempre davanti!".

Adesso non esageriamo con la modestia.

"Scherzi a parte, è stato un periodo bello e non soltanto perché ero giovane. Ho corso in Giappone e ho l’orgoglio di aver vinto una 24 Ore di Le Mans".

Una delle gare che hanno alimentato il mito della Ferrari.

"Mio padre aveva un ottimo rapporto con il Drake. Erano amici, si frequentavano spesso. Quando papà mi portava a Maranello, per me era come visitare Disneyland".

Oggi per la Rossa da Gran Premio non è un gran momento.

"Periodi difficili non sono mancati, nella storia del Cavallino. Bisogna trasformare la negatività in una spinta in più".

Sì, ma Mercedes e Red Bull sembrano lontanissime.

"Io mi auguro che il presidente John Elkann sappia trasmettere a tutti i dipendenti la voglia di riscatto che abbiamo noi tifosi. All’insegna proprio del Made in Italy che citavamo all’inizio".

In che senso?

"Vede, l’orgoglio per il passato non deve tradursi in mera contemplazione! Vale per la Ferrari come per qualunque altra azienda. Se per Made in Italy intendiamo la semplice conservazione del bagaglio della memoria, insomma, siamo perduti".

Il futuro non aspetta.

"Esatto. La tradizione la rispetti se la valorizzi con l’innovazione, con lo sviluppo, con l’investimento costante nel capitale umano e nella ricerca. Io credo nei valori della Terra dei Motori, ma a patto che siano una premessa, un punto di partenza. Adoro le Ferrari di una volta, pensi che ho recuperato e fatto restaurare la 312 B che l’ingegner Forghieri realizzò per il Drake oltre mezzo secolo fa. Però mi interessano di più le Ferrari o le Maserati del 2030! E questo, ripeto, vale per l’Italia intera".

Nel presente, c’è un Gran Premio a Imola ancora senza pubblico, a porte chiuse.

"Ovviamente è un peccato, l’entusiasmo della gente lo sentivi sotto il casco, quando correvi al Santerno. Adesso dobbiamo fare i conti con la realtà della pandemia, però è una buona cosa che l’Emilia Romagna promuova iniziative che mirano a restituirci un poco di normalità".

È meno normale che vinca sempre Lewis Hamilton.

"Quest’anno mi pare che Verstappen sia meno lontano, l’olandese darà fastidio al campione in carica".

E Leclerc e Sainz?

"La Ferrari i piloti ce li ha. La macchina forse non ancora. Speriamo non ci sia da aspettare troppo".