Il volo della Vallortigara È l’occasione della vita

La saltatrice veneta si è qualificata con 1,93 per la finale mondiale di martedì notte

di Leo Turrini

Non chiamatela Sara. Ed evitiamo dunque di scomodare il sempre pericoloso paragone con la mitica Simeoni, leggenda in pedana del Novecento italiano, signora esemplare dell’alto in una epoca in cui grazie a lei e a Pietro Mennea l’atletica Azzurra conosceva e viveva una clamorosa popolarità di massa.

Ma insomma, via, questa premessa, come avrebbe detto il prof di latino, è il “caveat”. Perché poi c’è il presente di Elena Vallortigara, italiana di Schio non più giovanissima, anzi, va per i trentuno e in carriera ha saputo volare oltre i 2,02. Solo che il palmares internazionale è sorprendentemente vuoto, al netto di medaglie conquistate da Under 20.

Eppure, eccola qua la bionda Elena, con scarpette rosse stile Ferrari e una voglia matta di stupire. Al mondiale, la campionessa tricolore è arrivata addirittura con la seconda miglior prestazione stagionale a livello planetario, un 1,96 che incoraggia a coltivare sogni mostruosamente proibiti.

Di più. Le atmosfere di Eugene, laggiù nell’Oregon, nel tempio della atletica a stelle e strisce, sembrano esaltare le emozioni della saltatrice veneta.

In breve. Nelle qualificazioni di ieri, l’italiana si è esibita in una sequenza di balzi semplicemente perfetti. Zero errori fino all’1,93, una esposizione raffinata di potenza ed eleganza, in una combinazione che autorizza a scommettere su una impresa non impossibile.

Poi, certo, le finali appartengono ad una diversa dimensione, sono un incrocio tra fisicità e palpitazione nervosa. Ma Elena Vallortigara, senza evocare Sara Simeoni, si sta avvicinando alla grande occasione della vita.

Chissà.

Le altre finaliste, per la gara che assegnerà le medaglie e che si terrà alle 2,40 della notte tra martedì e mercoledì, sono l’uzbeka Sadullayeva, le ucraine Gorashchenko e Mahuchikh, la neozelandese Patterson, la kazaka Dubovytskaya, le giamaicane Distin e Williamson, l’estone Bruus, la romena Stanciu, la slovena Apostolovskj.

Intanto il maratoneta keniano Lawrence Cherono e il quattrocentista statunitense Randolph Ross sono stati sospesi per doping e non potranno partecipare ai Mondiali. Cherono, 33 anni, ha vinto le maratone di Boston e Chicago nel 2019 e si è piazzato quarto alle Olimpiadi di Tokyo. Era già negli Stati Uniti quando gli è stata comunicata la positività a un test di 47 giorni, il suo ricorso è stato bocciato.