Mercoledì 24 Aprile 2024

"Il sogno è il mondiale, ma restiamo umili"

Uccio Salucci guida il team di Valentino: "Siamo molto simili. Ci manca solo l’esperienza, la Ducati è forte e abbiamo due ottimi piloti"

"Il sogno è il mondiale, ma restiamo umili"

"Il sogno è il mondiale, ma restiamo umili"

di Marco Galvani

In Argentina, con la vittoria del Bez, "non pensavo di raggiungere un risultato così bello" pur essendo "consapevoli del nostro potenziale. È stata una giornata vissuta fra tensione, gioia ed emozioni varie". Alesso Salucci detto “Uccio” guida il team Mooney VR46. Lo ha voluto Vale. "Quando ha smesso, abbiamo deciso che fossi io a guidare la squadra". Con Luca Brivio e Pablo Nieto. In Moto 2 e in MotoGp. Un progetto iniziato dieci anni fa che con le stesse persone si è fatto grande. Moto3, classe di mezzo e top class: "Ci è piaciuto andare avanti con le nostre persone – confessa Salucci –. Siamo noi da una vita e volevamo diventare grandi insieme, piloti, ma anche meccanici".

Anche per questo l’anno scorso "abbiamo sofferto un po’, ma non ho mai avuto alcun dubbio. Nemmeno un minuto".

Il team non è soltanto una squadra corse, è anche una scuola, una famiglia e uno stile di guida?

"Diciamo che qui tutti abbiamo avuto una buona scuola. Chi ha sposato l’Academy al 100% mettendoci dedizione e seguendo i consigli, adesso si ritrova ad alto livello. Bisogna farsi il mazzo, tutti i giorni...".

Quanto Valentino c’è nel team?

"Beh, molto. Io e Vale abbiamo visioni molto simili su tante cose. Ci sentiamo tutte le sere, diamo il massimo, perché la squadra l’abbiamo fatta per andar forte".

Con Valentino non ha mai litigato?

"Alle gare certo che è capitato. O meglio, a volte avevamo diverse visioni, io gli davo dei consigli. Ma con lui è veramente difficile litigare per davvero, seriamente".

Ora anche lui è passato a vedere le gare dal muretto: Bezzecchi ha centrato un grande risultato, ma qual è la prospettiva di Uccio?

"Intanto abbiamo solo vinto una gara, il difficile arriva adesso. Però vedo che tutto il team è cresciuto. A cominciare dai piloti, sia Marco sia Luca (Marini, ndr) sono maturi e determinati, ma non so cosa aspettarmi. Siamo nuovi e non sarà facile gestire la situazione".

Già a partire da questo fine settimana a Austin?

"Esatto. Ai miei ragazzi chiedo solo testa bassa, umiltà e gas. Ci manca ancora molta esperienza, Ducati è un pacchetto che funziona molto bene e ad Austin mi aspetto di lottare per stare nei primi 6".

Qualche rito scaramantico?

"Ascolto sempre la stessa musica sotto la doccia al mattino (Cremonini, Jovanotti, Litfiba e Vasco, perché in italiano canto meglio), mi infilo il calzetto sinistro prima del destro. Prima di riti ne avevo molti di più...ma ne ero diventato schiavo e ne ho salvato solo qualcuno. Che però non dico perché altrimenti non funzionano".

Tornando nel paddock, che piloti vede nel suo box?

"Due talenti, innanzitutto. Marco bisogna tenerlo sempre un po’ tranquillo, è uno che già dal venerdì vorrebbe spingere forte. In Luca, invece, e nel suo lavoro maniacale sulla moto vedo tanto di Vale".

Riavvolgendo il nastro, a lei che con Valentino è cresciuto non è mai venuto in mente di correre?

"Ma sì, abbiamo fatto qualche garetta di minimoto, ma non era roba mia. Io mi diverto di più con quattro ruote, anche se il tempo è sempre poco. Comunque per dicembre cerchiamo di organizzare una gara con Vale. Per quella data, però, dovrò buttar giù un po’ di pancia".

Quindi nessun rimpianto?

"A livello sportivo nessuno?".

Obiettivi?

"Beh, vincere il titolo in MotoGp mi piacerebbe...".