Mercoledì 24 Aprile 2024

Il sogno di Sinner, la lezione di Djokovic

Wimbledon, Jannik padrone per due set poi la rimonta inesorabile del serbo che va in semifinale. Ma l’azzurro conquista il Centrale

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Arenati con l’animo in questa torrida estate, per più di due set ci siamo regalati un sogno verde di freschezza e gloria con Jannik Sinner. William e Kate applaudivano entusiasti le prodezze del nostro 20enne terribile dal Royal Box del Centrale di Wimbledon. Ma il lieto fine è sempre il meno probabile quando dall’altra parte della rete trovi Novak Djokovic, che dopo una rimonta usuale per lui, e da fantascienza per il resto del mondo, agguanta la sua undicesima semifinale sull’erba dei Championships oltre che la 26esima vittoria di fila nel torneo. Maestro di resilienza – è la terza volta che il serbo vince su questi nobili campi dopo essere stato sotto due set a zero, e l’ultima sua sconfitta al quinto qui risale al 2006, contro Ancic – ‘Nole’ ha fatto svoltare il match davanti a uno specchio. Quello degli spogliatoi, dove era andato per una pausa prima del terzo set. Ha fissato la propria immagine e riannodato la sua sgangherata partita alla infinita serie di trionfi della sua carriera, capendo che il ribaltone era possibile. Fino a quel punto, dopo il 7-5 6-2 firmato da Jannik, Djokovic era stato solo un re nudo. Impacciato, in ritardo su molte palle, del tutto inefficace al servizio mentre l’azzurro infarciva di classe ogni bordata. Ma l’immagine di Nole che cammina dolente sull’erba spelacchiata a fondo campo, manco fossero ceci per autopunirsi, era destinata a dissolversi.

Wimbledon, Djokovic vince in rimonta: Sinner eliminato ai quarti

Dal terzo set è stato quasi un monologo opposto, con ’Djoker’ implacabile al servizio (nel quarto ha avuto l’88% di prime palle) e Jannik col fiato sempre più corto, costretto al mirabolante pur di portare a casa un singolo punto. Il sei volte vincitore di Wimbledon ha rivestito la consueta corazza dell’infallibilità e per Sinner non c’è stato scampo. 6-3, 6-2, 6-2 i punteggi della rimonta vincente del serbo che punta anche al quarto trionfo consecutivo nel torneo più prestigioso del mondo.

Doverosa l’ode a Nole, ancor più dovuta la meraviglia per quanto ha saputo fare Jannik. La sua prima vittoria in carriera sull’erba è stata il 27 giugno, nove giorni fa, al primo turno di Wimbledon contro Wawrinka. Nelle sue prime quattro apparizioni in tabelloni principali di tornei Atp su questa superficie era sempre uscito sconfitto. Essere arrivato ai quarti qui e aver dominato per un’ora e mezzo un campionissimo da 20 Slam vinti nel suo giardino di casa è roba per eletti. Chissà dove potrà arrivare Jannik, sempre più solido e sportivamente irriverente grazie anche alla guida del nuovo tecnico Simone Vagnozzi. Sono tante le situazioni, poi, in cui ieri è parso perfettibile: nei colpi a rete, specialmente. Una volta che avrà limato certi particolari, non dovrà più porsi alcun limite. Perché dal punto di vista caratteriale, poi, non deve temere nessuno. Lo si è visto contro Alcaraz, quando è rimasto aggrappato a un match delicatissimo, e ancor di più ieri quando ha mostrato una personalità debordate. Aspettavamo Berrettini, Jannik ha saputo farci sognare dopo il suo stop. Va ringraziato pure per questo.