Mercoledì 24 Aprile 2024

Il sigillo di Berrettini Italia-Usa sarà uno show

Davis, Matteo batte Elias Ymer nella sfida finale con la Svezia: chiudiamo primi. Un Sinner spento cede al fratello Mikael, a novembre i quarti a Malaga

Migration

di Paolo Grilli

Ci pensa Matteo. La Davis era quasi un tabù, in tre giornate a Bologna è diventato un suo nuovo terreno di caccia. Chapeau per Berrettini nella giornata storta di Jannik Sinner (ma il punto per il primo posto dell’Italia nel girone l’aveva già conquistato il nostro colosso): il romano si carica con il tifo dell’UnipolArena, accende a sua volta l’entusiasmo e batte Elias Ymer senza soffrire. Arriva un doppio 6-4 in neanche un’ora e mezzo, con un solo errore gratuito e ventidue vincenti. Lo svedese mostra una buona capacità tattica, ma quando lo scambio va oltre i cinque colpi soccombe alla potenza del nostro. Matteo, poi, al servizio è una potenza con il 89% dei punti conquistati sulla sua prima, che è entrata poi nel 77% dei casi. E i punti concessi sulla sua battuta sono stati appena sei in tutto il match.

L’urlo a fine partita racconta tanto: la soddisfazione di vestire ora i panni da protagonista anche in Davis, il sollievo di aver fatto con pieno merito il proprio dovere – in fondo Elias non è mai stato tra i primi cento al mondo, al netto del recentissimo exploit contro l’argentino Baez – ma è pure il grido di battaglia perché gli azzurri non si fermano qui. Nei quarti, a fine novembre a Malaga, incontreremo gli Stati Uniti e si preannuncia già uno show. "Credo che nemmeno loro siano contenti di incontrarci – sentenzia Matteo, che ieri ha ricevuto pure la convocazione per la Laver Cup – siamo una squadra forte che vuole andare avanti".

Domenica no per Sinner, che contro il minore dei fratelli Ymer, Mikael, perde 6-4, 3-6, 6-3 incassando così il primo ko in singolare in Davis della sua carriera. L’altoatesino, già non troppo brillante contro Cerundolo nella sfida con l’Argentina, ieri semplicemente non è stato la vera versione di sé, vista l’alto numero di errori gratuiti e la difficoltà riscontrata in varie fasi del match. Che abbia pesato la stanchezza degli Us Open e l’acciacco alla caviglia è più che un’ipotesi, ma certo non è stato lo Jannik freddo e battagliero che ci ha deliziato da Wimbledon in poi con poche pause.

In serata, poi, l’ormai ininfluente doppio Bolelli-Fognini contro Goransson-Madaras vinto 7-6 6-2: ed è tre a zero Italia nelle tre sfide della settimana.

Gli Stati Uniti, dunque. Frances Tiafoe, se rientrerà, sarà l’avversario da temere di più, molto più discontinuo Taylor Fritz, anche se capace di notevoli picchi. Il terzo per il singolare, Tommy Paul, non sarebbe il favorito contro gli azzurri. Il doppio Ram-Sock è altrettanto temibile. Ma noi, con Berrettini, il vero Sinner e anche un Musetti gran riserva, finalmente non abbiamo motivo di temere nessuno.