Il ruggito di Ronaldo salva la Juve e Pirlo

All’inferno e ritorno: dopo tre gare a secco CR7 ribalta un’ottima Udinese con una doppietta nel finale. Riagganciati l’Atalanta e il Milan

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di Paolo Grilli

Il suo ingaggio costa alla Juve più del doppio di quelli di tutti i giocatori dell’Udinese messi insieme. Poteva servire solo Ronaldo, a una Signora ancora fragile e facile alle sbandate, per raddrizzare l’ennesima partita iniziata subito in salita in questa sgangherata stagione bianconera. Pirlo, nel giorno in cui la Juve cede lo scettro all’Inter dopo nove anni di regno, salva nell’immediato la panchina, e resta in corsa per un posto in Champions dopo le vittorie di Milan, Lazio e Napoli che più di un brivido l’avevano messo.

I bianconeri di rango, alla Dacia Arena, erano subito sembrati ieri quelli dell’Udinese: compatti, spietati. E pronti. La Juve è stata a lungo solo la bozza mal riuscita di quello che quest’anno non è mai davvero stata in grado di essere.

Imbarazzante la sbadataggine dei bianconeri sul gol iniziale di Molina: l’ennesima di una stagione sghemba, la perfetta sintesi di una missione tutta in salita tra errori, mancanza di determinazione e una certa supponenza.

Forse la notizia dello scudetto matematico all’Inter aveva ulteriormente schiacciato il morale di una squadra che ha continuato ad affidarsi ai singoli senza mettere in atto con costrutto quel calcio tanto agognato e così poco concretizzato.

Quanto è mancato, anche ieri, Federico Chiesa. Ma anche Dybala, che pure era in campo. Una volta in svantaggio, la Juve si è barcamenata senza mordente alla ricerca almeno del pari. "Fatichiamo a cambiare marcia", ha poi riconosciuto Bonucci. In realtà, la Signora quest’anno è riuscita a recuperare un bottino di 16 punti dopo essere andata sotto. Viene da chiedersi perché in tante occasioni si sia trovata nella condizione di dover inseguire. Altra traccia di difetti strutturali. E allora la Juve si tiene stretti questi tre punti a lungo insperati, tutti firmati da CR7 in coda a una gara che rischiava di essere la sua quarta senza segnare. Dopo la doppietta, tutta la squadra ha rabbiosamente abbracciato il suo condottiero in campo. Un’esultanza persino eccessiva rispetto ai meriti del risultato, ma che la dice lunga sulla tensione che aleggia in una squadra progettata per stravincere e ritrovatasi a inseguire in panni troppo stretti, quasi non suoi. Una frustrazione evidente anche nelle proteste contro Chiffi all’intervallo per il mancato recupero, e che il dg friulano Marino ha definito "proteste da altra epoca" ritenendo che abbiano poi condizionato il fischio sulla punizione che ha originato il rigore dell’1-1.

Ora c’è la sfida col Milan domenica a fare da ennesimo spartiacque della stagione. La Juve ci arriverà con l’adrenalina di chi, pur ferito, sa di poter contare su energie inattese. E con la consapevolezza di poter ancora scrivere il finale di una stagione imprevedibilmente grigia.