Il romanticismo grazie al Qatar

Leo Turrini

Forse è un caso. Oppure, potrebbe essere l’unico effetto positivo dell’imminente sgangherato mondiale tra le sabbie del Qatar.

Mi spiego. In coincidenza con un mondiale assurdamente collocato nel cuore della stagione, stiamo assistendo ad eventi che testimoniano la presa del potere da parte dell’immaginazione.

Per dire, domenica si gioca Juve-Inter, il celebre Derby d’Italia. Eppure la vera sfida scudetto andrà in scena il giorno prima, mettendo a confronto a Bergamo l’Atalanta e il Napoli. Alzi la mano chi avrebbe osato prevederlo appena tre mesi fa. Io no di sicuro.

Non solo. Ad altre latitudini, una squadra retrocessa in serie B, il Patronato. ha appena conquistato la coppa d’Argentina. A spese di Boca e River Plate. Mentre in Germania resiste in vetta alla Bundesliga l’Union Berlin, non esattamente un simbolo del calcio teutonico.

Sarebbe troppo bello se questa persino pittoresca inversione di tendenza trovasse conferma quando il mondiale qatariota sarà soltanto un brutto ricordo. Non accadrà, perché la cronaca e la storia si incaricano sempre di dimostrare come nello sport professionistico, a qualunque livello, siano purtroppo i valori economici a determinare le classifiche. Il denaro conta inesorabilmente più della passione e noi romantici ne siamo consapevoli. Se è vero come è vero che nel Bel Paese, dopo la Roma di Totti del 2001, lo scudetto non è mai uscito dal triangolo Juve-Milan-Inter.

Chissà che la scemenza del mondiale a Doha tra novembre e dicembre non lasci in eredità qualche sorpresa da custodire nel libro della memoria…