Il nuovo CR7 parte dalla panchina: un indizio?

A sorpresa Ronaldo non è titolare a Udine. Nedved smentisce l’addio: "Resta con noi". Poi entra e segna al 94’: ma in fuorigioco

di Paolo Grilli

Costando alla Juve 83 milioni l’anno fra ammortamento e stipendio lordo, e avendo giocato sin qui mediamente 43 partite a stagione in bianconero, Cristiano Ronaldo pesa per poco meno di due milioni a gara sulle casse della Signora.

Aver rinunciato quasi del tutto a lui ieri a Udine, quindi, corrisponde concettualmente e sportivamente a una rinuncia enorme, per non parlare di bello spreco. Ma il calcio non è (solo) denaro. E’ soprattutto passione, identificazione, una inevitabile santificazione dei propri idoli sul campo. Ora CR7 lo è molto meno. E’ diventato di fatto uno dei tanti. E anche se la sua permanenza a Torino è stata ribadita dal vicepresidente bianconero Nedved dopo che Allegri aveva zittito ogni voce sulla partenza verso lidi calcistici dorati, vedere Cristiano calato nella penombra della panchina, accucciato e come inerme, ha avuto tutta l’evidenza di una fine di un’era alla Juve.

E pure di un passaggio di testimone: Dybala a segno con una magia dopo un paio di minuti, con tanto di fascia di capitano, è sembrato tutto tranne che una coincidenza. Così come il suo assist per il raddoppio di Cuadrado. Paulo si è già ripreso la scena, al di là del pari rocambolesco di ieri.

Una scelta tecnica, si è detto, ha portato a far accomodare il portoghese a bordocampo ieri alla Dacia Arena. Ma quando si parla di campionissimi, si può anche solo pensare che – in assenza di infortuni o altre sfortune – il loro rendimento sia al di sotto del livello minimo richiesto? Nella precisazione dello stesso Nedved, l’esclusione eccellentissima si è consumata perché "la condizione di Ronaldo non è al top". C’erano anche Chiesa e Chiellini con lui in panchina, vero, ma si dà pure il caso che i due azzurri abbiano avuto un avvicinamento del tutto diverso al campionato avendo vissuto il trionfo europeo quando il loro illustre compagno era in vacanza già da due settimane. E la deduzione che scaturisce dalla frase di Nedved è che solo un CR7 al top possa essere utile a questa squadra.

L’aveva detto Allegri, alla sua prima apparizione davanti alla stampa dopo il ritorno in bianconero: "Ronaldo avrà una maggiore responsabilità in questa stagione". Si motivava questa circostanza con la presenza di compagni più giovani e meno celebrati rispetto a quando il lusitano sbarcò a Torino, tre estati fa. Ma molti hanno letto la dichiarazione come un monito netto a Cristiano: c’è da sacrificarsi di più, non pensare che tutto ruoti intorno a lui.

Detto fatto: alla prima di campionato, ecco Ronaldo subito fuori. Come uno qualsiasi, con tutto il rispetto per i suoi fortissimi compagni di panchina. Solo nell’ultima mezz’ora il portoghese è stato consesso alla platea. Un rincalzo, per quanto di gran lusso. Il gran gol annullato nel finale ha aggiunto la beffa allo stupore

Le gerarchie sono già state spazzate via in questa Juve. L’impressione netta è che non si sia trovata una collocazione sul mercato per questa stella che garantisce gol a valanga ma che poi finisce per condizionare tutto della squadra. In questa lunga estate, Ronaldo non ha sostanzialmente mai giurato la propria fedeltà al club (di fatto mai nominato da lui sui social), trovando invece modo di controbattere piccato a tutte le voci che lo riguardavano. Dire che si è sentito un corpo estraneo forse è troppo, ma della sua ingombrante presenza si è reso conto eccome. C’è una lunga stagione davanti, CR7 potrà solo sguainare la sua classe per dimostrare di meritarsi il trattamento precedente. Sempre che entro il 31 agosto, poi, non si concretizzi la possibilità di partire davvero.