Il Napoli supera la trappola Mou Roma battuta, Spalletti a +13

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NAPOLI

2

ROMA

1

Primo tempo: 1-0

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (23’ st Olivera); Anguissa, Lobotka, Zielinski (46’ st Ndombelè); Lozano (30’ st Raspadori), Osimhen (30’ st Simeone), Kvaratskhelia (23’ st Elmas). All.: Spalletti.

ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Zalewski, Cristante (43’ st Volpato), Matic (37’ st Tahirovic), Pellegrini (37’ st Bove), Spinazzola (1’ st El Shaarawy); Dybala, Abraham (27’ st Belotti). All.: Mourinho.

Arbitro: Orsato di Schio.

Reti: pt 16’ Osimhen; st 29’ El Shaarawy, 40’ Simeone.

Note: Ammoniti: Dybala, Osimhen, El Shaarawy per gioco scorretto. Angoli: 8-2 per la Roma . Recupero: 3’ e 7’. Spettatori: 50 mila.

di Paolo Franci

Quante volte abbiamo sentito il ritrito adagio su questa o quella squadra che lo scudetto "può solo perderlo"? Un modo di dire in contromano che in pratica l’ha già vinto. Ecco, stavolta qul modo di dire assume un senso esatto, definitivo, perché l’unico vero nemico del Napoli può essere solo il Napoli. Quello che ha giocato con la Roma ha mostrato di avere la bava alla bocca per un tempo, ma nella ripresa ha subito, eccome, il ritorno della Roma fino al pari, per poi riprendersi la partita col cambio perfetto di Big Luciano, Simeone – occhio: al posto di Osimhen, colpo di tacco di Spalletti – dopo quello di Mou, El Shaarawy. E’ chiaro che non avere rivali credibili può far rima con rilassamento, anche se non è quel che è successo ieri, perché i meriti della Roma sono densi ed evidenti. Certo, +13 in classifica vuol dire 4 vittorie e un pari di vantaggio: se continua così, a Napoli si festeggia a Pasqua o giù di lì.

E così, mentre le ex rivali del Napoli lavorano per Spalletti, intagliando una distanza in classifica che va oltre i meriti dello stesso club di De Laurentiis, al Maradona arriva un ex nemico di Spalletti dei tempi degli ’zeru tituli’, Josè Mourinho. Le cose oggi sono cambiate e adesso i due si cercano, sorridono, si abbracciano e cercano i fotografi per farsi immortalare. Bello.

Poi c’è la partita. Va detto che la Roma l’ha affrontata bene. Con personalità, alzandosi più del solito per oscurare uno dei grandi segreti di Spalletti, Lobotka, re dei passaggi azzeccati con un eloquente 94%. Ha anche rischiato di andare in vantaggio quando Kim di testa ha sfiorato l’autogol. Poi però, ti rendi conto che se in una squadra che sembra un ode alla perfezione aggiungi un paio di tigri nel motore, non ce n’è per nessuno. Quelle tigri si chiamano Kvaratshelia- 8 assist e 7 gol - e Osimhen, 13 gol, otto dei quali messi a segno nelle ultime cinque, per capirci. E proprio questi due, innescati da Mario Rui, disegnano una delle azioni più belle della stagione spallettiana. I cambi di Mou funzionano, con El Shaarawy che trasforma in oro la pressione della Roma. Pari tutto sommato giusto, ma no, entra Simeone e la mette sotto al sette firmando la distanza abissale in classifica.