Il Milan si ferma col rosso, il Chelsea passa

Decisivo il rigore con l’espulsione di Tomori, poi Aubameyang completa l’opera. Ma il Diavolo resta ancora in corsa per gli ottavi

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di Giulio Mola

Un’altra notte da incubi per il Milan, un’altra sconfitta col Chelsea. Ma a differenza di quanto accaduto una settimana fa a Stamford Bridge (3-0), lo 0-2 di ieri sera a San Siro fa ancora più male. Perché la partita è stata pesantemente condizionata dalla discutibile direzione di gara di Siebert e soprattutto dall’espulsione di Tomori dopo appena venti minuti (furioso Pioli a fine partita con l’arbitro tedesco). A quel punto un match già in salita per le numerose assenze fra i rossoneri è diventata una montagna insormontabile, perché per piegare gli inglesi di Potter (300 i milioni spesi sul mercato contro i 50 investiti dal Milan) rifioriti grazie al condottiero prelevato dal Brighton bisognava giocare una partita perfetta. Alla pari. Cosa che non c’è stata.

Ma in un girone comunque equilibrato non tutto è compromesso: la qualificazione agli ottavi è ancora possibile (grazie all’1-1 fra Dinamo Zagabria e Salisburgo) anche se sarà obbligatorio vincere le ultime due partite contro croati e austriaci.

Pioli ripartiva dalla stessa impostazione con la Juventus: un 4-3-3 (con Krunic al posto di Pobega), Diaz largo a destra in linea con Giroud (tredicesima gara di fila da titolare) e Leao. Potter rispondeva col 3-4-2-1, con Sterling e Mount in appoggio ad Aubameyang. Ovazione per l’ex Thiago Silva alla lettura delle formazioni.

Pressing altissimo dei rossoneri in avvio ma tanto tatticismo. Nessuno si scopriva, Bennacer arretrava per tener d’occhio Sterling mentre Gabbia s’incollava ad Aubameyang. Stupiva vedere Theo Hernandez accentrarsi parecchio con Tomori scalare nel ruolo di terzino. Sarà un caso, ma al primo affondo (17’) il Chelsea colpiva proprio da quella parte con Tomori che strattonava in area Mount: severissimo Siebert, rigore ed espulsione del difensore contestata dai rossoneri. Sotto gli occhi del ct Mancini trasformava Jorginho (26 centri dal dischetto su 30, col club...).

Milan sotto, inferocito e con settanta minuti da giocare in inferiorità. Il 4-4-1 di Pioli riusciva comunque a ripartire e a sfiorare il pareggio con Giroud (26’) che mandava al lato di testa. L’allenatore congelava i cambi, l’orgoglio e il cuore tenevano per qualche minuto vivo il Milan, ma il Chelsea davanti era spietato e al 33’ Aubameyang (dopo rapido scambio con Kovacic) chiudeva il match.

Trascinato dal tifo provava a rialzarsi il Milan nella ripresa. Solo a intermittenza si accendeva Leao di fronte alla squadra che lo corteggia, ogni azione del Chelsea diventava una potenziale occasione da gol. La palla per riaprire la sfida capitava sul piede di Dest (14’) che tirava alto. La porta europea resta socchiusa. Ma il vero Milan può ancora stupire tutti.