Il Milan non fa sconti, un poker al passato

Galliani emozionato in tribuna, poi sul campo il Diavolo si scatena con la doppietta di Brahim Diaz, Origi e Leao. Monza, solo Ranocchia

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di Giulio Mola

Lo show di Ibrahim Diaz, la prima gioia di Origi, il sigillo finale del solito Leao. Gol, ricordi, brividi e punti pesanti: c’è tutto nell’inedito (in serie A) derby Milan-Monza, la partita del cuore e degli affetti per la famiglia Berlusconi (in tribuna era presente Paolo). La festa è dei campioni d’Italia, con gli uomini di Pioli che calano il poker e grazie alla quarta vittoria consecutiva si riprendono per una notte la testa della classifica col Napoli.

Ma il 4-1 finale, punizione forse eccessiva per i ragazzi di Palladino che mai hanno rinunciato a giocare, pagando a carissimo prezzo alcune disattenzioni difensive, non cancella l’emozione di chi, come Adriano Galliani, per la prima volta si è riaffacciato da ex a San Siro.

Un tuffo nel passato (nel prepartita in campo c’era anche Ariedo Braida), l’abbraccio con Paolo Maldini ("E’ un grande dirigente") sotto i flash dei fotografi, lo sguardo verso quello che per 31 anni è stato il suo regno.

La poesia è durata pochi minuti ("Ma oggi il risultato non mi interessa", aveva detto lo stesso Galliani prima di accomodarsi in tribuna al fianco del figlio Gianluca e della compagna), poi la partita ha raccontato un’altra realtà: il Milan è una squadra in salute, spietata, brillante. Bravo Pioli a gestire il turnover, rinunciando inizialmente a Kalulu, Tonali, Leao e Giraud pensando anche alla trasferta di martedì a Zagabria (quasi) decisiva per la Champions. La doppia magia di Brahim Diaz (15’ e 40’) ha indirizzato il match già nel primo tempo, col numero dieci che ha fatto cose da vero numero dieci, come il gol che ha spaccato la partita (assolo con Barberis e Antov “seminati” prima del delizioso tocco per beffare Di Gregorio). Bravo l’iperoffensivo Monza disegnato da Palladino a reagire, fra le due reti, con Tatarusanu costretto a doppio intervento (su Sensi e soprattutto sul colpo di testa di Ciurria).

Peccato per i rossoneri che proprio l’uomo della doppietta da urlo sia stato costretto ad uscire in avvio di ripresa per una contrattura al gluteo sinistro ("Sempre al vostro servizio, avanti così", dirà comunque a fine gara). Ma per Pioli il Milan ’incerottato’ non è una novità. E infatti, fra un cambio e l’altro, ci ha pensato Origi (gran gol di destro che gli ha procurato una fitta alla gamba, ma la prestazione del belga è una delle migliori notizie di giornata per la qualità che darà ora che è recuperato) a “blindare” il risultato, prima del bellissimo gol della bandiera su punizione (70’) del bravo Filippo Ranocchia. Il 4-1 finale di Leao, appena entrato, chiude i giochi e fa cantare i 73mila di San Siro.

Agrodolce, invece, la fotografia che arriva al triplice fischio finale: mentre la squadra va a festeggiare sotto la curva (compreso l’acciaccato Diaz), lo sconsolato De Ketelaere va a testa bassa negli spogliatoi. Aveva appena fallito la rete del 5-1 che gli era stata “apparecchiata” dai compagni: un errore, goffo, ci può stare. Ma non deve scoraggiare un ragazzo che per Pioli resta importante ("Charles ha tutto ciò che ci aspettavamo", ribadisce il tecnico). Anche se con un Diaz così...