Martedì 23 Aprile 2024

Il governo: mille spettatori in tutti gli stadi

Dopo l’apertura di Emilia Romagna e Veneto, il Ministro costretto a uniformare le regole già da oggi. Gravina: "Peccato valga solo in A"

di Paolo Franci

Sì torna allo stadio. In mille ma si fa. Dunque, quel che non era neanche pensabile fino a ieri, da oggi è realtà. Nel caos per niente calmo della vicenda stadi e al termine di una giornata frenetica e ricca di colpi di teatro, arriva l’annuncio del ministro dello Sport che sa di passo indietro, dopo lo strappo sugli spettatori dei governatori di Emilia Romagna Veneto, Lombardia. Al termine di un vertice con i ministri Boccia e Speranza e la conferenza delle regioni, il ministro Vincenzo Spadafora ha annunciato la riapertura di tutti gli stadi con un massimo di mille spettatori già da oggi. Quanti e come riusciranno a organizzarsi i club, lo vedremo.

Spadafora ha spiegato che la decisione è stata presa per par condicio. E cioè per evitare disparità di condizioni tra i club che possono sperimentare il ritorno degli spettatori nel proprio impianto in virtù dell’ ordinanza della Regione e quelli fermi al palo. Dunque si riparte con una decisione finalmente di buon senso, dopo i tanti via libera a tutti gli sport e non al calcio. Ieri, ancora una volta, la sensazione di vedere i buoi scappare in lontananza quando il recinto era ormai aperto, era stata netta. Metafora presa direttamente dalla saggezza popolare, perfetta per il caos scaturito dall’ennesima ‘non decisione’ del governo Conte sull’ipotesi di riaprire gradualmente gli stadi di Serie A. Avevano deciso eccome, invece, i governatori di Emilia, Veneto, Lombardia, di fatto mettendo in scacco il governo, come accadde per gli allenamenti dei calciatori. I buoi e lo steccato, appunto.

Da qui, il caos e la sensazione di aver già vissuto la contrapposizione tra Spadafora e gli uomini della Lega di A, dal numero uno Paolo Dal Pino, all’ad De Siervo fino ai 20 presidenti è nettissima. Tuona prima l’ad della Lega di A De Siervo nella serata di venerdì: "Sulla riapertura degli stadi il caos regna sovrano" a cui fa eco durissimo, ieri, il numero uno della Confindustria del pallone Paolo Dal Pino: "A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in totale sicurezza e nessuno ci ha mai chiamato. Con il Ministero dello Sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere. Lo dico a voce alta: c’è bisogno di rispetto. Perché in metro si fa la coda per entrare, e così a scuola, negli autobus, nelle aziende e perché invece allo stadio non ci può essere una persona seduta con cinque posti vuoti intorno? Qual è il problema in uno stadio di 40, 50, 70mila persone?" si chiede e chiede Dal Pino. Un’entrata a piedi uniti che trova riscontro evidente in una domanda alla quale nessuno vuole rispondere, ripetuta a tamburo dai presidenti dei club e cioè: se 1000 persone possono entrare al Centrale del tennis, che contiene 10.500 spettatori, perchè le stesse mille non possono entrare al Meazza, o allo Stadium e via dicendo? Risposte? Stanno per arrivare, anche se nessuno ancora lo sa.

In effetti, l’atteggiamento del governo è difficilmente comprensibile e c’è chi sottolinea come la ruggine tra Spadafora e la Lega sia sempre lì, in prima linea.

In serata arriva anche l’amara considerazione del presidente Figc Gravina: "L’apertura degli stadi al pubblico è una bella notizia – dice –, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A, e non per gli altri campionati professionistici, mi lascia perplesso".