Il disastro dell’Italia parte dalla Primavera

Alle radici del flop mondiale: nel primo campionato giovanile gli stranieri sono il 43%. E così è difficile crescere talenti per l’azzurro

di Paolo Franci

C’è una grande, dolorosa verità dietro il fallimento mondiale della nostra Nazionale. Una verità che era finita sotto al tappeto come un mucchio di polvere grazie alla magnifica impresa di Euro2020. E cioè che il calcio italiano non alleva i suoi figli. D’accordo, mondo globalizzato, giù le frontiere e tutto quanto è sacrosanto dal punto di vista sociale, ci mancherebbe. Però poi, quando vai a costruire la squadra che deve rappresentare l’Italia, siamo i peggiori tra i cinque campionati maggiori d’Europa.

Mancini ha puntato forte sui giovani. Lo ha fatto con grande coraggio e un bel pizzico di follia. Vincendo l’Europeo si è e ci ha illuso che dietro gli eroi di Wembley vi fossero falangi di giovinotti pronti a prenderne il posto. Però poi la ’verità vera’ è sotto gli occhi di ognuno di noi. La classifica dei cannonieri di serie A dice che i primi tre italiani in graduatoria sono Immobile - gran bomber, ma più da campionato che da Nazionale come lo era ad esempio Totò Di Natale - Berardi e Scamacca che hanno poca esperienza internazionale. D’altra parte, il netto di stranieri nel nostro campionato dice che su 553 giocatori nelle rose ben 343 sono di altri Paesi - il valore complessivo secondo Transfermarkt è di 4,78 miliardi , ovevro il 62%. Il che vuol dire che nei club di Serie A più di sei giocatori ogni dieci sono stranieri. Motivo per il quale la Figc vorrebbe potenziare i settori giovanili creando paletti sull’utilizzo di giocatori italiani in rosa, anche nel campionato “Primavera 1“. I club fanno orecchie da mercante ovviamente. Anzi, in Lega di Serie A cè chi vorrebbe portare gli extracomunitari a otto per squadra. Va bene il business, ma la Nazionale poi?

Il Cies, Osservatorio del calcio internazionale, ha recentemente pubblicato la classifica dei calciatori Under 20 più utilizzati dai club nei campionati d’elite a livello mondiale. Il primo è Pedri, superstar blaugrana. Poi Mason Greenwood del Manchester United e Nuno Mendes passato al Psg. Sapete quanti italiani ci sono? Zero. Sono invece rappresentate Spagna, Francia, Germania, Inghilterra. Nella classifica dei campionati che più di tutti usano i giovani del vivaio nella seconda parte del 2021, la Liga dice 17,5%, Ligue 1 17,1% Bundesliga 10,2%. E noi: un triste 7,4%.

E siamo arrivati al campionato “Primavera 1“, quello nel quale dovremmo allevare -in teoria - i nuovi Verratti, Bonucci e Chiellini. E qui i numeri fanno davvero impressione. Ben 180 calciatori su 536 sono stranieri. Cioè il 33,6%. Ma questo bilancio non tiene conto di quei ragazzi in forza alla squadra Primavera ma già contrattualizzati da professionisti. Un fattore, questo, che porta gli stranieri nelle rose ’Primavera 1’ attorno al 43%. Cioè, oltre quattro calciatori su 10 sono stranieri. E non è difficile immaginare che quelli pescati all’estero siano anche mediamente i più utilizzati.

Tra le squadre partecipanti al campionato “Primavera 1“che hanno più stranieri nella rosa giovanile - secondo uno studio di sprintesport.it - c’è il Lecce che conta addirittura 20 stranieri su 36 (55,55%), seguito dal Sassuolo con mezza squadra composta da giocatori stranieri: 15 su 31 per il 48,38%. E le big?

L’Inter ha 11 stranieri su 29 calciatori in rosa, con una percentuale pari al 37,93%, mentre la Juventus è un po’ più su rispetto ai rivali di sempre con il 39, 28% in virtù di 11 stranieri su 28 giocatori. Il Milan ne ha 7 su 24 (29,16), mentre il Napoli ne ha soltanto 6 su 35 (17,14%) e la Roma 8 su 27 (29,62%). E la squadra più italiana? La Sampdoria con 4 stranieri su 35 (11,42%).