Giovedì 18 Aprile 2024

Il Diavolo vede l’inferno, poi Rebic lo salva

In vantaggio con Messias al 5’, si fa raggiungere da Bonazzoli e superare da Djuric. Poi il 2-2 del croato. Ma oggi rischia il sorpasso

di Luca Talotta

Le gambe che tremano, un chiaro segnale che forse questo Milan, ancora, non è una grande squadra. Il freno a mano tirato, la paura di scappare in classifica a +4 e mettere pressione a Inter e Napoli, in campo oggi e domani. Tutto questo, probabilmente, è frullato nella testa dei rossoneri ieri sera, incapaci di uscire con i tre punti dalla trasferta di Salerno o, forse più semplicemente, tronfi nel petto per una supremazia che invece deve essere sempre dimostrata.

E pensare che tutto aveva fatto presagire potesse essere una serata tranquilla, di quelle da poltrona in pelle e bicchiere di brandy in mano. D’altronde i 42 punti di divario in classifica qualcosa dovevano significare, tranne che la capolista potesse uscire dall’Arechi con un solo misero punto, frutto di un 2-2 rocambolesco che l’ha vista, paradossalmente, rischiare anche di finire ko.

La partenza, dicevamo. Appena cinque minuti per mettere in pratica il repertorio classico di questo Milan, con il taglio centrale di Theo Hernandez che sforna il suo sesto assist stagionale, questa volta per Messias (0-1). Poi ancora due occasioni (punizione di Bennacer e Leao dal limite, con Sepe a deviare in angolo) prima del tracollo, più mentale che altro; quel classico tracollo di quando perdi certezze, com quel Maignan che finora era stato impeccabile. E invece, al 29’, ecco l’uscita suicida con Djuric che lo anticipa e manda Bonazzoli in gol con una pregevole rovesciata.

Le certezze che vengono meno, poi, si materializzano paradossalmente nel momento migliore del Milan; che nella ripresa applaude un Leao ad intermittenza per una girata pazzesca di poco fuori, s’indiavola (è il termine giusto) per due errori clamorosi di Giroud e poi, proprio mentre Nicola perde il suo giocatore copertina, Ribery, finisce addirittura sotto complice un doppio errore Romagnoli-Tomori che manda in gol Djuric.

Buon per Pioli che il jolly arriva dalla panchina, anche se il gol di Rebic che sancisce il 2-2 finale è solo un palliativo ai tanti, troppi errori, messi in campo da un Milan timido, col braccino, quasi impaurito dal volare a +4 in classifica e divenire, di fatto, lepre dopo tanto tempo da inseguitrice.

E ora, venerdì, ci sarà la sfida di San Siro contro l’Udinese (mancherà Bennacer squalificato), un nuovo banco di prova al quale, il Milan, attende di capire come ci arriverà: perché se oggi l’Inter dovesse battere il Sassuolo tornerebbe in testa alla classifica con un punto in più del Milan e il Napoli, con un successo a Cagliari domani, agguanterebbe al secondo posto proprio il Diavolo. Niente fuga, c’è ancora tanto da lavorare.

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