Giovedì 18 Aprile 2024

Il coraggio del leone Sinisa commuove tutti

Mihajlovic torna in panchina a Venezia per la prima volta dopo le cure, i tifosi avversari gli dedicano un coro: "Non me l’aspettavo"

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di Gianmarco Marchini

Più dei gol (tanti) e dei rigori (uno di troppo), più dell’arbitro Marinelli e del Var, più di ogni altra cosa, di questo Venezia-Bologna resterà la forza di Sinisa Mihajlovic. La sua sagoma, scavata dalla malattia, che sotto il sole del Penzo riflette l’ombra del gigante che c’è dentro.

Un nuovo capitolo di una storia di coraggio e passione che vincono sulla paura. La storia di Sinisa, appunto. Ieri un’altra pagina piena di sentimenti e ammirazione. Quella che la curva arancioverde tributa al serbo al nono minuto del secondo tempo. "Sinisa, Sinisa", cantano. Lui alza la mano per ringraziare. Il coro si gonfia, si alza e abbraccia praticamente tutto lo stadio. E allora lui prima si porta la mano sul cuore, poi manda un bacio. "E’ stato un momento molto particolare e inaspettato", dirà dopo. Piovono brividi sul Penzo.

Piovono pure i gol, sette in totale, uno in più nella porta di Skorupski. Ma questa resterà la partita di Mihajlovic, sperando che sia finalmente quella che lo riconsegna alla normalità, anche se la strada per mettersi l’incubo alle spalle è ancora lunga. Come nell’agosto di tre anni fa, quando si presentò a sorpresa al Bentegodi di Verona, interrompendo il primo ricovero e lasciando tutti increduli. E come quella notte, ieri Sinisa ha diretto la squadra sempre in piedi, sul filo della linea laterale. Tono della voce più basso, ma la grinta di sempre. Non è bastata. Ha perso la gara, non la battuta. Anche se sporcata da un po’ di amarezza. "Sarebbe stato meglio se fossi rimasto in ospedale".

Il riferimento è ai sei risultati utili da cui arrivava il suo Bologna, partoriti mentre il tecnico combatteva il secondo round con la leucemia. “Se continuate a non perdere, resto qui dentro”, aveva detto ai suoi ragazzi che, il giorno dopo il successo sull’Inter, erano andati a fargli una sorpresa sotto la finestra dell’ospedale Sant’Orsola. Ieri, invece, è arrivato questo stop inatteso, contro un Venezia sopraffatto dal peso di dieci sconfitte consecutive e con un piede in B. Ma nel ritorno alla normalità, non poteva mancare una polemica per il secondo rigore ai lagunari valso il 3-3 (presunto contatto Medel-Aramu). "Aveva diretto bene, fino a quel momento, poi ha rovinato tutto con quel fischio incomprensibile. Lo aveva pure richiamato il Var", protesta Sinisa che a fine partita voleva un chiarimento. "Ma Marinelli è scappato, forse perché aveva la coscienza sporca", graffia Mihajlovic con l’ardore dei giorni migliori. Bentornato mister, ci sei mancato.