Giovedì 18 Aprile 2024

Il Barca conferma: questa Juve non funziona

Palo di Griezmann al 2’, al 14’ segna Dembelè, Messi su rigore chiude i conti. Espulso Demiral. Annullati tre gol a Morata per fuorigioco

Migration

di Gianmarco Marchini

Un Ronaldo fuori da giochi e un Morata in fuorigioco. Tra questi due estremi si sostiene la corda su cui cammina la Juventus di Andrea Pirlo. Barcollante come un acrobata alle prime armi a cui basta una "spinta" sporca di Dembélé e un rigore di Messi per cadere di sotto.

Esercizio da ripetere, più e più volte. La strada per trovare l’equilibrio delle grandissime squadre è lunga. La prima vera serata nel tendone della Champions conferma i dubbi sollevati dai tre pareggi consecutivi in campionato e congelati per una sera nel gelo di Kiev.

A dispetto dei nove scudetti vinti di fila, i bianconeri continuano ad assomigliare di più a un cantiere aperto che a una solida costruzione di cemento. Dietro si concede troppo, nonostante Pirlo torni sui suoi passi e ridisegni le sue ambizioni con una linea a quattro. Per carità, non tutti i giorni capita di trovarsi fuori dalla porta gente come Messi, Griezmann, Dembélé e Pedri (occhio, di questo canterano sentiremo parlare presto...). Bonucci e compagni provano a contenerli e, alla fine dei conti, vengono traditi da una deviazione di Chiesa e un’ingenuità di Bernardeschi che nel finale arrotonda la vittoria della squadra di Koeman, quando la Juve era già rimasta in dieci per l’espulsione di Demiral.

Ma se dietro ci sono tante viti da stringere, davanti c’è da trovare qualcosa di più delle fiammate di Kulusevski e dei disperati tentativi di Morata disinnescati dal Var come una maledizione: tre gol annullati per fuorigioco, che diventano cinque con i due con Crotone e Verona. Alla sfortuna rimedierà il tempo, quello che servirà ancora per riavere Cristiano Ronaldo, il totem bianconero costretto sul divano dal Covid. La frustrazione del portoghese deraglia in un post contro i tamponi ("una stronz...") che tradisce tutta la rabbia del cinque volte Pallone d’Oro nel mancare l’appuntamento con il Rivale che segna e festeggia a casa sua.

La rabbia da Messi si trasformerà in energia positiva quando Pirlo ritroverà il suo numero 7. Nel frattempo, però, il tecnico bianconero deve trovare un’alternativa che vada oltre l’affidarsi alla classe di Dybala, spaesato ieri sera nel cercare un posto dentro la partita.

Paulo deve ritrovare condizione e convinzione. Un gol al Barcellona sarebbe stata la medicina migliore. Peccato. E peccato per un Chiesa a cui la Juve e la Nazionale chiedono molto. Quello visto ieri sera pare un giocatore a cui ancora serve tanto tempo. La Juve e Pirlo non ne hanno.