Mercoledì 24 Aprile 2024

Il baffo alla Spitz, una classe ’totale’ e l’acqua di Fede

Capello lungo, baffo alla Mark Spitz anni ’70 ("porta bene, non lo taglio"), parole quelle sì, taglienti, ma sicure, spavalderia che diventa consapevolezza dei propri mezzi. Quando vinci un titolo iridato storico per l’Italia, con un record del mondo, annunciandolo per altro mesi prima, nonostante il Covid l’abbia completamente debilitato a febbraio per poi farlo ripartire "con tempi con non nuotavo nemmeno da allievo" a marzo, vuol dire che sei un fenomeno e quindi tutto, o quasi, ti è concesso. Sul fatto che Thomas Ceccon da Schio, Vicenza, sia il più grande nuotatore eclettico mai espresso dal movimento italiano, capace di spaziare dal dorso alla farfalla, dallo stile libero ai misti ed essere trascinatore in staffetta, non ci sono mai stati dubbi dubbi. Come ha detto però ieri il bravo telecronista tecnico della RAI, ex campione europeo e medagliato olimpico nei 400 misti, Luca Sacchi, "ora Thomas ha smesso di giocare col nuoto per fare sul serio". Sì perché il talento era stato imbrigliato non solo dalla pandemia, ma anche dai troppi cambi di rotta: faccio i misti, no non li faccio più, il dorso è la mia specialità, ma anche no, poi aggiungo lo stile e la farfalla è solo un divertimento. Bene, ora le idee sono chiare: priorità al dorso e allo stile libero, la farfalla sui 50m resta un diversivo, in futuro, ma non adesso, tornerà agli amati 200 misti. Ma nello sport moderno tutto non si può fare, altrimenti il rischio è quello di perdersi. Ecco, per fortuna non è successo. Ceccon vive (con la mamma, per tutte le necessità che vanno dalla cucina alla lavanderia) e si allena a Verona, nel Centro Federale dove Pellegrini ha costruito tutti suoi successi. Non un caso. Ha cominciato a frequentare la piscina da piccolino e alternava la passione per l’acqua al tennis, fino all’intervento dei genitori che hanno scelto per lui: nuoto!. Hanno fatto bene, che dite?