Venerdì 19 Aprile 2024

Ibra urla, il Milan vola a +5 e va già in fuga

Zlatan trascinatore da bordo campo: Romagnoli e Kessie stendono la Fiorentina. Donnarumma: "Il rinnovo? Raiola sa come fare"

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di Luca Talotta

Verrebbe quasi da chiedersi se, forse, non sarebbe meglio tenere questo Milan sulla corda a prescindere. Trovare sempre una situazione difficile, un ostacolo oltre il quale mettere il cuore; perché è proprio in quei momenti che questo giovane Diavolo riesce a dimostrare tutte le sue qualità.

Anche quando gli togli, in un colpo solo, l’allenatore, l’attaccante titolare e colui che ne viene ritenuto il primo sostituto, vale a dire Pioli, Ibrahimovic e Leao. Nulla di nuovo accade nemmeno in questo contesto, tutto viene confermato. E quindi il Milan ottiene il suo risultato positivo consecutivo numero 21 in campionato, non perde dall’8 marzo scorso (1-2 in casa contro il Genoa), conferma il primo posto e si porta a quota 23 punti in classifica dopo nove giornate. Qualcosa mai accaduto ai rossoneri nell’epoca dei tre punti a vittoria, un altro record da fare proprio.

Un’altra vittoria ottenuta senza quell’ibrahimovic ritenuto, da più parti, come essenziale in questa squadra. Senza sminuire il capocannoniere della Serie A, il dato è inequivocabile: sei partite senza lo svedese in campo, quattro successi (Bodo Glimit, Crotone, Spezia e Fiorentina) e due pareggi ottenuti (contro Rio Ave e Lille).

Ieri, però, nel deserto di San Siro le sue urla a bordo campo nell’inedito ruolo di allenatore e motivatore riecheggiavano indistintamente, segno che comunque la sua presenza, anche fuori dal campo, è fondamentale. Motivi per sorridere Pioli ne ha davvero tanti: la rapida crescita di Calabria, il lento ritorno ai loro livelli abituali di Theo Hernandez e Calhanoglu e il risveglio di Romagnoli, che dopo diverse gare dove era finito nel mirino della critica ieri ha disputato forse la sua migliore prestazione condita, anche, dalla rete che ha sbloccato il match su corner di Calhanoglu e assist di Kessie. Milan che ha chiuso subito la partita quasi subito, grazie al rigore trasformato proprio da Kessie.

L’ingenuità della retroguardia della Fiorentina, però, è sembrata fin troppo evidente sia in occasione del penalty trasformato dall’ivoriano, sia su quello successivo dove Dragowski ha invece ipnotizzato il centrocampista del Milan. E poi c’è lui, Donnarumma. Il quale prima ha ribadito il suo amore per i colori rossoneri ("Se ho voglia di vestire a lungo questa maglia? Certo, ne parlerà il procuratore con la società. Non c’è nessun problema. Mino sa quello che deve fare, la società vedrà. Io intanto mi voglio godere questo momento") poi si è reso vero protagonista del match; prima con un colpo di reni mostruoso nel deviare la conclusione di Vlahovic sul palo, poi nel dire no allo scavetto di Ribery e alla zuccata di Pezzella nel finale.

Tempo per adagiarsi sugli allori, però, non ce n’è. Perché giovedì arriverà a San Siro il Celtic Glasgow in un match di Europa League assolutamente da vincere per chiudere ogni discorso qualificazione.

E poi comincerà un mini ciclo di sfide (Sampdoria, Parma e Genoa) che potrebbe spingere i rossoneri ancora più in alto.