Mercoledì 24 Aprile 2024

Ibra l’eternauta: "E se sto bene vado avanti"

Ha battuto il record di Costacurta, che lo applaude: "Può dare ancora qualcosa anche in campo". Zlatan carico: "Non fermiamoci"

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di Ilaria Checchi

Fame e sofferenza. Con questi due semplici concetti si può racchiudere lo "Zlatan-pensiero", un concentrato di emozioni che hanno permesso a Ibrahimovic di raggiungere l’ennesimo traguardo nella sua infinita carriera: esordendo in stagione domenica nella partita contro l’Atalanta, infatti, è diventato il giocatore più anziano del Milan a giocare nella massima serie (41 anni e 146 giorni) nell’era dei tre punti, superando così Alessandro Costacura (41 anni e 25 giorni) che ha commentato: "I record sono fatti per essere battuti, un pochino mi spiace... Credo che Ibra possa dare ancora qualcosa in campo dopo averlo già dato fuori".

Dopo 280 giorni il leader del Diavolo ha riassaporato il campo, regalando al suo pubblico non solo una vittoria chiave per la corsa alla prossima Champions, ma anche una serata magica dove il leone è tornato a ruggire. "Ho portato la luce" aveva preannunciato pochi giorni prima della sfida alla Dea, e così è stato: "C’è grande emozione, era un anno e due mesi che non riuscivo a giocare a calcio come volevo, che non stavo bene e non potevo fare quello che amavo. Avevo detto che avrei fatto saltare San Siro, e così è stato. Non faccio parte del passato, ma del presente e penso di poter giocare tutta la partita, non gli ultimi cinque minuti. Chi la pensa così, allora vada a casa" ha ribadito Ibrahimovic, che ha dato il cambio a Giroud per venti minuti in cui ha fatto vedere il suo innato carisma. Sono stati mesi difficili, quelli vissuti dal talento di Malmo dopo l’operazione al ginocchio dello scorso maggio, aggravati dalla perdita dell’amico di sempre Mino Raiola: "Ho sofferto tanto, sia per quello che è successo a Mino che per le mie condizioni fisiche. Adesso essere in campo è molto bello: da quando sono rientrato in squadra sono stato sicuro di poter fare ancora la differenza e di poter trasmettere la mia sicurezza e la mia fiducia agli altri. Non era un momento felice quando sono rientrato, ma nelle ultime tre-quattro partite stiamo giocando molto bene, ho visto tanta fame anche in allenamento. Ma non dobbiamo fermarci, basta una sconfitta per rimettere tutto in discussione".

Pur sapendo di poter dare un contributo limitato nel tempo e nello spazio (Zlatan non è stato inserito nella lista per la Champions) l’idea di fermarsi non è ancora nel suo vocabolario: "Se sto come sto oggi continuo a giocare ancora qualche anno, non solo l’anno prossimo. La verità è che fino a tre settimane fa le sensazioni non erano positive, poi è successo qualcosa e ho fatto in tre settimane più che negli ultimi otto mesi. Ero sempre limitato perché il ginocchio era gonfio, ma ho esperienza con l’altro ginocchio, so che serve tempo e pazienza".

Ibra si prepara, dunque, ad essere l’asso nella manica di Pioli per il rush finale di stagione, conscio che il Tricolore sarà a tinte azzurre: "Il Napoli sta facendo grandi cose, ha un grande allenatore che può vincere quello scudetto che non ha mai vinto. Lo merita, ha fatto tanto per il calcio italiano. Questo è il suo anno e quello del Napoli". Parola di Zlatan, che sul rinnovo di Leao ha scherzato: "Ho abbassato il mio stipendio per darlo a lui".