Giovedì 18 Aprile 2024

Holly e Benji, il sogno a cartoni diventa realtà

L’anime di Takahashi quarant’anni fa aveva previsto la vittoria contro la Germania per 2-1. L’autore: "Ragazzi, l’abbiamo fatto"

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di Doriano Rabotti

Holly e Benji avevano previsto tutto: ieri hanno battuto la Germania e anche...i Simpson. Perché finora il ruolo di profeta del futuro, nel regno dei cartoni animati, era un’esclusiva di Homer e Bart. E invece quello che è successo ieri era già stato scritto, pardon disegnato, in una puntata dell’anime giapponese che in tutto il mondo è noto come ’Capitan Tsubasa’, da noi arrivato sulle reti Mediaset come Holly e Benji.

Bene, cioè male per i tedeschi, che evidentemente non avevano visto quella puntata e non si erano preparati a dovere. Nel cartone, il Giappone batte la Germania per 2-1. Unica differenza: è una finale del campionato del mondo, non la partita d’apertura del girone. Ma il senso resta, e chi pensa che trattare un successo sportivo imprevisto come la recensione di un programma per bambini (ma di tutte le età poi...) sia ingiusto nei confronti di Asano e dei suoi fratelli samurai, ha ragione e torto nello stesso momento.

Perché ovviamente non è giusto ridurre a un volo della fantasia un successo che invece è stato meritato sul campo col sudore e la fatica, ma anche con la tecnica, contro una squadra come quella tedesca che ai mondiali riesce sempre a farsi trovare pronta. Vittoria verissima, insomma, altro che immaginazione.

Però non ci sarebbe stata, quella vittoria, senza Holly e Benji e senza i loro avi (perché a fine anni settanta Capitan Tsubasa fu anticipato, sugli schermi delle prime tv private che trasmettevano le serie giapponesi, da Shingo Tamai e Kamioka Go, protagonisti della serie ’Arrivano i Superboys’). Può anche darsi che ad un certo punto ai giapponesi il campo sia sembrato sempre in salita, come immancabilmente appariva nelle corse dei campioni animati, spesso talmente lunghe da fare pensare che facessero la maratona, altro che calcio. Può darsi che al momento di esultare la palla sia apparsa ovale come quando Holly e Shingo la colpivano con una forza da supereroi alieni.

Di sicuro chi conosce la mentalità giapponese sa benissimo quanto l’immaginario collettivo abbia un ruolo importantissimo nella motivazione personale. E quanto successo ieri diventa, letto con occhi che non si fermino alla superficie della palla, la sublimazione di un inseguimento quasi sociale, non solo al sogno di una vittoria che ha fatto felice l’autore dell’anime, Yoichi Takahashi: "L’abbiamo fatto, ragazzi".

Perché i cartoni animati giapponesi sul calcio hanno una struttura simile, molto rivelatrice dell’atteggiamento nipponico verso le manifestazioni della ’cultura’ europea: arriva un ex campione del calcio dei ’grandi’, nel caso di Holly-Tsubasa un brasiliano, si accorge del talento del campioncino e lo allena. Le tappe della crescita sono prima locali, poi internazionali: quando il Giappone dei manga e degli anime arriva a sfidare le nazionali europee, lo fa con l’ammirazione di chi si trova al cospetto della storia del calcio, non solo di undici giocatori. Uno dei rivali più fieri di Holly è il tedesco Karl Heinz Schneider. A un certo punto il Giappone batte la Germania 2-1, qualcosa che negli anni ottanta per i tifosi del calcio giapponese poteva essere solo un sogno disegnato.

Bastava aspettare giusto quei quarant’anni....