Mondiali di sci, Federica Brignone: "Ho ricaricato le pile, pronta per Meribel"

La campionessa azzurra arriva con fiducia all'appuntamento iridato: "La pista mi piace, il sole mi aiuterà. Avevo bisogno di staccare un po’ mentalmente"

Federica Brignone

Federica Brignone

È il momento di aggiornare il palmares iridato. Forse, dopo tanto tempo, Federica Brignone riuscirà a presentarsi a un appuntamento mondiale esattamente come desidera arrivarci, in forma e in fiducia. Per ora ci sono entrambe e la stanchezza, più mentale che fisica, mostrata dopo gara due a Kronplatz ha lasciato il posto a una nuova serenità ritrovata a casa. Se a questo aggiungete le piste di Meribel, sicuramente gradite alla valdostana e non solo perché ha vinto il gigante delle Finali lo scorso marzo (davanti a Marta Bassino), potremmo dire che la tavola sembra apparecchiata per un grande Mondiale.

Federica, come sta? "In questo momento benissimo. Avevo bisogno di tornare a casa e svagarmi anche. Le tappe di Cortina e Kronplatz sono state bellissime, i tanti impegni extra sci importanti, ma può capitare che il serbatoio di energie si svuoti. Più a livello mentale che fisico. E quindi bisognava ricaricarlo. Chiaramente non mi sono fermata, anzi. Ho fatto le mie solite attività alternative, quelle che mi piaceva fare (assieme alle canadesi Grenier e Gagnon, ndr), oltre a due giorni di slalom in Valgrisenche; poi farò ancora un allenamento a Courmayeur e uno a La Thuile, sempre con il Canada. Ci voleva, mi sentivo un po’ svuotata di energie il giorno del secondo gigante a San Vigilio".

Contenta delle sue prestazioni dal ritorno in Europa? "Moltissimo, a parte qualche gara che avrei potuto e dovuto fare meglio, per esempio i superG di St. Moritz e Cortina. A Kronplatz ho raccolto un podio, ma le aspettative erano ben altre. Poi certo c’è Shiffrin che riesce a fare tutte le manches al 200% e io non so oggettivamente come faccia".

Passiamo in rassegna i suoi Mondiali. "Di Garmisch 2011 mi viene in mente la gioia per la medaglia d’argento in gigante e il ricordo della sottoscritta e Manuela Moelgg che restano fino allo slalom maschile dell’ultimo giorno a tifare a squarciagola per Manfred, poi bronzo. A Schladming 2013 non c’ero dopo l’operazione al piede destro, mentre Vail 2015 fu una delusione. Eravamo arrivate da quattro giorni, le condizioni erano fantastiche prima del gigante, poi sono uscita sul dosso iniziale della prima manche e addio sogni di gloria. Una delusione enorme".

St. Moritz 2017? "Croce e delizia, ma ancora senza medaglie. Avevo vinto proprio a Kronplatz a fine gennaio, prima venivo da un periodo nero, in cui non azzeccavo nemmeno mezza manche. E mi sono anche ammalata. Con tutto ciò sono finita quarta in gigante (dietro Sofia Goggia, ndr), settima in combinata, ottava in superG. Ad Åre 2019 arrivavo dalla botta tremenda presa a Garmisch e ancora una volta sono andata vicino alle medaglie senza prenderle: quinta in gigante, sesta in combinata, decima in superG. Ricordo un vento del demonio tra le porte larghe, gara completamente irregolare. E poi Cortina 2021, in una stagione in cui non c’ero di testa, non ci arrivo al 100%. Tempo bellissimo, piste bellissime, esco subito in gigante, finisco sesta in parallelo, vinco il superG della combinata davanti a Elena Curtoni e poi salto dopo poche porte in slalom, le prime, ghiacciatissime, che invece di gestire ho attaccato al massimo per tenere testa alle slalomiste pure. Le gare di un giorno sono così, mi è andata meglio ai Giochi, soprattutto in gigante".

Cosa serve nelle gare secche delle grandi manifestazioni? "Semplicemente bisogna essere bravi quel giorno per riuscire a fare tutte le cose giuste. Ripeto: prima di Kronplatz sciavo benissimo e poi ho portato a casa un terzo e un ottavo posto. Non è quello per cui ero andata lì, ma lo sci è così. La pista non è sempre uguale, tutto cambia in continuazione, anche da un giorno con l’altro. E’ il bello del nostro sport. Vorrei solo arrivare a un Mondiale stando bene, cosa che non mi è capitata per Garmisch 2011, St. Moritz 2017, Åre 2019. Poi va bene prima di Cortina 2021 ero in crisi mentale e mistica...".

E Meribel? "La pista mi piace molto e dovrebbe essere tutta al sole, meglio per me. Quest’anno, non c’è niente da fare, sto facendo più fatica con la cosiddetta neve ’aggressiva’, mentre mi trovo benissimo sulle nevi col grano grosso, bagnate, primaverili. L’anno scorso alle finali era così e mi auguro di trovare temperature attorno allo zero in Francia, quindi non troppo caldo, ma nemmeno troppo freddo, e neve naturale. Faccio fatica su quella artificiale".