Mercoledì 24 Aprile 2024

Hindley, che Giro per l’australiano d’Abruzzo

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di Angelo Costa

Sprint in alta quota: più che una stranezza, è un segnale. In cima al Blockhaus, dopo una tappa dal dislivello dolomitico e un finale frustato dal vento, se la giocano in sei: significa che un padrone vero non c’è. A imporsi è JaI Hindley, australiano che due anni fa perse il Giro all’ultimo giorno da Geoghegan Hart: cresciuto da dilettante in Abruzzo, conosce bene queste strade. A 26 anni si è ripresentato con l’obiettivo di completare l’opera: lo ribadisce al Carapaz che dopo il gran lavoro del suo squadrone non mette la palla in porta, al pimpante Bardet, allo jellato Landa e all’irriducibile Almeida, che gli arrivano in scia. Classifica alla mano, ha tutte le possibilità di arrivare fino in fondo: i primi sette sono in mezzo minuto, una concorrenza irresistibile non sembra esserci.

Oltre a questo, di verdetti ne arrivano altri. Il primo: il povero ciclismo italiano per salvare l’onore deve aggrapparsi alla terza età. Pozzovivo a 39 anni lotta fino in fondo, Nibali a 37 cede leggermente nei tre chilometri finali: applausi a entrambi, e pure a Valverde, ancora lì a 42 primavere. Il secondo: se è vero che qui iniziava il Giro, per qualcuno sembra già finito. Su tutti l’eterna speranza Ciccone, che affonda proprio dove aveva promesso di svoltare, e Simon Yates, pur con un ginocchio sofferente. Il terzo: con la mediocrità diffusa, Lopez allunga la vita in rosa al giorno di riposo.

Ordine d’arrivo nona tappa Isernia-Blockhaus di 191 km: 1) JaI Hindley (Aus, Bora) in 5h 34’44’’ (media 34,236), 2) Bardet (Fra) st, 3) Carapaz (Ecu), 4) Landa (Spa), 5) Almeida (Por), 6) Pozzovivo a 3’’.

Classifica: 1) Juan Pedro Lopez (Spa, Trek) in 37h 52’01’’, 2) Almeida a 12’’, 3) Bardet a 14’’, 4) Carapaz a 15’’, 5) Hindley a 20’’, 6) Martin (Fra) a 28’’, 7) Landa (Spa) a 29’’, 8) Pozzovivo a 54’’, 13) Nibali a 3’04’’.