Hamilton, un weekend alla Senna

Vittoria capolavoro in rimonta, Verstappen limita i danni e resta a +14. Ancora lite Red Bull-Mercedes

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di Leo Turrini

Un weekend alla Senna sulla pista di Ayrton non poteva finire in modo diverso: Lewis Hamilton si gode il tripudio della vittoria facendo il giro d’onore con una bandierina del Brasile in mano. E la torcida di San Paolo, che già si era schierata con lui sin dalla vigilia del Gran Premio, impazzisce per il Campionissimo.

Le parole. "Paragono questo trionfo alla gioia che provai nel giorno del mio primo successo in carriera – ha detto Hamilton –. E’ stato tutto bellissimo, nell’arco del weekend. Non mi sono mai rassegnato alle penalizzazioni che ho subito, ho sempre creduto che fosse alla nostra portata il risultato massimo. Ma era difficile. Mi ha fatto coraggio mio padre, che mi ha ricordato quando una volta in Bahrain in una categoria minore vinsi scattando dal fondo. Quindi dedico l’impresa a papà e a tutti i brasiliani, che mi hanno adottato. Ho capito come si sentiva Senna quando guidava qui! Debbo ringraziare la squadra per come ha lavorato, la pressione era terribile su di noi. Invece abbiamo portato a casa quello che volevamo ottenere. Il mio avversario ha ancora quattordici punti di vantaggio però ci sono tre gare da disputare. Vincendole mi confermerei campione. Faccio i complimenti anche a Bottas, è stato bravo e in Mercedes teniamo anche al titolo costruttori".

Il battuto. Verstappen forse aveva capito già dalla mini gara del sabato che in Brasile la Mercedes disponeva di un vantaggio prestazionale tale da compensare anche il declassamento di Hamilton sulla griglia di partenza. Sia come sia,

L’olandese ha commentato il secondo posto senza manifestare eccessiva delusione.

"Ammetto sinceramente che la Mercedes stavolta era più veloce di noi, non avevo il ritmo per tenere dietro Hamilton. Ho fatto tutto quanto era nelle mie possibilità e alla fine accetto il risultato. Sono ancora in testa al campionato, so che 14 punti non sono una garanzia ma meglio stare davanti che dietro, in questa fase della stagione. Sono anche convinto che sin dalla prossima gara ritroveremo quel pizzico di competitività che qui ci mancava. Ho limitato i danni, nell’arco del fine settimana Lewis mi ha recuperato soltanto cinque lunghezze".

Le polemiche. Ma dietro l’apparente dimostrazione di fair play continuano a circolare sospetti e veleni. Chris Horner, il capo della Red Bull, prima della corsa ha reiterato il suo stupore: "Trovo molto sorprendente il balzo in avanti che la Mercedes ha fatto con la vettura di Hamilton, sulla quale è stata installata una nuova versione del motore. Posso soltanto augurarmi che sia tutto in regola".

Dello stesso tenore l’atteggiamento di Toto Wolff, il boss di Hamilton: "Ci sono macchine che sono irregolari – ha fatto sapere il manager –. Confidiamo nelle verifiche che saranno effettuate dagli ispettori della federazione internazionale".

Proprio un bel clima.

E Leclerc… Dopo la delusione nella gara sprint del sabato, stavolta Leclerc ce l’ha fatta a battere il compagno di squadra Sainz. Pur senza euforia, il monegasco era contento, dopo.

"Nella Mini Race avevo guidato male ed ero molto deluso da me stesso – ha spiegato Carletto – ho lavorato sulla concentrazione e ho cercato di capire meglio la macchina per il gran premio. Posso dire di esserci riuscito. Ho estratto dalla vettura tutto il potenziale. Più in là del quinto posto assolutamente non sarei stato in grado di andare. In questo momento, come Ferrari siamo competitivi rispetto alle squadre che non si chiamano Mercedes o Red Bull. Ma saremo felici soltanto quando finalmente torneremo a lottare per la vittoria. È l’obiettivo cui guarda tutta la squadra. Per il momento è giusto accontentarsi, ma siamo i primi a pretendere da noi stessi molto di più".

Sante parole.